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Hamas, i suoi soldi e la Svizzera

manifestante con viso ricoperto da keffiah e bandiera in mano
Hamas non è considerata un'organizzazione terroristica in Svizzera. Ma la situazione dovrebbe presto cambiare. Keystone / Marco Di Lauro

Il Governo svizzero sta intensificando la lotta contro le organizzazioni che raccolgono denaro per Hamas. Ma questo non è sufficiente, critica un'esperta.

Numerose banche e gestori patrimoniali svizzeri hanno ricevuto dall’Ufficio federale di polizia (Fedpol) una corrispondenza contenente informazioni relative ad Hamas, riassunte in tre pagine.

Fedpol scrive che il finanziamento del terrorismo è “spesso effettuato sotto l’apparenza di campagne di raccolta fondi per aiuti umanitari”.

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I consigli di Fedpol

Nella lettera, Fedpol elenca i consigli per i banchieri su come riconoscere i pagamenti sospetti. Ad esempio, è consigliabile dar prova di prudenza se un conto è stato aperto “immediatamente dopo aver svolto ampie attività finanziarie per scopi umanitari”. Oppure se il denaro affluisce a organizzazioni il cui nome indica un legame con il terrorismo, “come il nome di un martire famoso o una parola come ‘jihad'”.

Niente di tutto questo dovrebbe essere una novità per gli esperti di riciclaggio di denaro al soldo delle banche. La lettera della Fedpol è più che altro una campagna di sensibilizzazione. L’Associazione dei banchieri la considera uno “strumento adatto per aiutare le banche a identificare meglio le transazioni sospette”, come ha scritto in risposta a una richiesta di informazioni di SRF.

Il problema non sono le banche

L’esperta di islamismo Saïda Keller-Messahli, autrice di un libro sulla Svizzera e i movimenti radicali islamici, ha espresso critiche. “Esiste già una legge sul riciclaggio di denaro. Le banche sono informate e possono vedere esattamente quali flussi di denaro avvengono”, afferma.

La Svizzera deve guardare altrove: gli studi di avvocature e le fiduciarie non sono soggette alla legge sul riciclaggio di denaro e non sono quindi obbligate a fare rapporto. Le reti islamiche sfrutterebbero questa situazione.

Il mondo politico svizzero non dovrebbe “fingere che il terreno su cui si muovono associazioni e fondazioni sia sacro. Bisogna esaminarlo da vicino: Da dove viene il denaro, a cosa è destinato e che effetto ha?”

Keller-Messahli continua dicendo che è importante guardare molto più da vicino quando queste organizzazioni ricevono grandi somme di denaro “da Paesi che non credono affatto nei diritti umani”, riferendosi ad esempio al Qatar e al Kuwait.

Hamas non è ancora vietata

Il Ministero pubblico della Confederazione sta indagando sui sospetti di finanziamento di Hamas dalla Svizzera. L’indagine è stata avviata ancor prima dell’attacco terroristico del 7 ottobre.

A differenza di molti Paesi occidentali, in Svizzera Hamas non è vietato. Ciò consente alle organizzazioni di sostenere apertamente Hamas. Il Consiglio federale sta però attualmente valutando una messa al bando dell’organizzazione palestinese.

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