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Guy Parmelin eletto presidente Confederazione con un risultato da record

Guy Parmelin
Il ministro dell'economia e futuro presidente della Confederazione Guy Parmelin. Keystone-SDA

Con un risultato record di 203 voti, il consigliere federale Guy Parmelin è stato eletto presidente della Confederazione per il 2026, a differenza di Ignazio Cassis che ha ottenuto un'elezione più deludente alla vicepresidenza.

Il consigliere federale vodese Guy Parmelin (Unione democratica di centro – UDC, destra conservatrice) è stato eletto mercoledì presidente della Confederazione per il 2026, con 203 voti su 210 schede valide. Si tratta di un record. L’elezione del presidente della Confederazione è un rituale dall’esito scontato, che si ripete ogni anno il secondo mercoledì della sessione invernale delle Camere federali. Dà però la temperatura del gradimento di un ministro fra i parlamentari sulla base dei voti ricevuti.

Il risultato di Parmelin è semplicemente da record: finora, il primato era detenuto da Jean-Pascal Delamuraz e Ueli Maurer, che ottennero 201 voti rispettivamente nel 1988 e nel 2018.

Il TG 12.30 della RSI del 10 dicembre 2025:

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Gli ultimi presidenti della Confederazione invece hanno ottenuto tutti risultati ben inferiori. L’anno scorso, Karin Keller-Sutter si era fermata a quota 168, Viola Amherd nel 2023 a 158, Alain Berset nel 2022 a 140 e Ignazio Cassis nel 2021 a 156. La peggiore elezione alla presidenza fu però realizzata da Micheline Calmy-Rey nel 2011, quando ricevette soltanto 106 schede a favore.

Per il capo del Dipartimento dell’economia, della formazione e della ricerca si tratta del secondo mandato il qualità di presidente della Confederazione dopo quello del 2021. Vista l’età, 66 anni, e gli anni trascorsi in governo (venne eletto nel 2015 al posto di Eveline Widmer-Schlumpf), si tratterà verosimilmente dell’ultima volta. Da alcuni anni si susseguono le voci di una sua partenza dall’esecutivo: ciò potrebbe verificarsi proprio al termine del secondo mandato quale presidente e prima delle elezioni federali del 2027.

Ignazio Cassis vicepresidente

Più deludente, invece, il risultato di Ignazio Cassis (Partito liberale radicale – PLR, destra), eletto con 144 voti su 190 schede valide quale vicepresidente della Confederazione per l’anno a venire. Una popolarità, quella del ticinese, in calo nel corso degli anni: alla sua prima elezione alla vicepresidenza, nel dicembre del 2020, l’attuale capo del Dipartimento federale degli Affari estri (DFAE) ottenne 162 voti. L’anno seguente, quando fu eletto presidente della Confederazione, ne ottenne 156.

Cassis è il sesto ticinese a diventare vicepresidente del Consiglio federale, funzione, come detto, già svolta nel 2021. Prima di lui hanno assunto questa carica Flavio Cotti nel 1990 e nel 1997, Nello Celio nel 1971, Giuseppe Lepori nel 1959, Enrico Celio nel 1942 e nel 1947, e Giuseppe Motta nel 1914, 1919, 1926, 1931 e nel 1936.

Tutto sono diventati presidenti della Confederazione l’anno seguente, ad eccezione di Giuseppe Lepori che lasciò il Consiglio federale a fine 1959 per motivi di salute. Due sono invece i consiglieri federali ticinesi che non hanno mai assunto né la carica di presidente della Confederazione né quella di vicepresidente. Si tratta di Stefano Franscini e di Giovanni Battista Pioda.

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