Da cinque anni il progetto "Pasturs voluntaris" forma persone che aiutano le aziende ovicaprine durante il periodo di estivazione. A seguito di un appello del WWF Svizzera italiana verrà organizzato anche un corso in lingua italiana.
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Keystone-ATS
“L’incontro che avrà luogo il 10 e 11 maggio in Ticino è già al completo”, ha dichiarato la responsabile del progetto, Nina Rossi, interpellata da Keystone-ATS. Una ventina di persone si sono annunciate per assimilare nozioni teoriche, ma anche conoscenze pratiche sulla vita alpestre. Il corso è necessario per poter dare una mano alle aziende agricole a proteggere le greggi da possibili attacchi dei lupi durante l’estivazione. Fra i compiti figurano ad esempio l’installazione di recinti, spostare gli animali e sorvegliarli.
L’intento dell’organizzazione è di ampliare l’aiuto anche nelle Valli meridionali del Canton Grigioni. “Finora abbiamo fatto degli interventi in Val Mesolcina e in Val Calanca. Dalla Bregaglia e dalla Valposchiavo non abbiamo ancora ricevuto richieste”, ha spiegato Rossi. Con i nuovi volontari italofoni verranno superate non solo le barriere linguistiche, ma pure quelle geografiche. “Finora la maggior parte degli aiutanti arrivano dalle aree urbane di Zurigo, Basilea o Berna. Formando delle persone nel Canton Ticino saremo più vicini alle valli a Sud delle Alpi”, ha continuato la responsabile dei “Pasturs voluntaris”. Grazie agli aiutanti locali sarà più facile per i promotori del progetto organizzare gli interventi in regioni discoste.
Più aiutanti rispetto alla richiesta
L’idea dei pastori volontari è stata lanciata nel 2021 e si concentrava dapprima nella regione della Surselva, dove sono presenti diversi branchi di lupi. Dal 2022 il progetto è stato poi ampliato su tutta l’area del Canton Grigioni.
Da allora 174 volontari hanno lavorato per un totale di 480 giorni in diverse regioni. “Il numero di interventi è in continua crescita e pure quello dei volontari. Questa primavera siamo riusciti a formare cinquanta nuovi aiutanti”, ha detto Nina Rossi.
Secondo la responsabile, il progetto sta avendo successo. Forse fin troppo. In un’intervista rilasciata la settimana scorsa al quotidiano Südostschweiz, Rossi ha dichiarato che il numero di volontari coinvolti è maggiore rispetto alle richieste. Alle aziende che vogliono partecipare viene richiesta una quota annuale di 50 franchi se si tratta di un’azienda stabile e 100 per gli alpeggi.
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