La temperatura media dell'acqua è aumentata di 0,38 gradi Celsius per decennio negli ultimi 30 anni.
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L'aria sempre più calda in tempi di cambiamenti climatici riscalda anche i corsi d'acqua. A questa conclusione arriva uno studio dell'Istituto per lo studio della neve e le valanghe (SLF) di Davos.
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L’idrologa Amber van Hamel ha analizzato quanto e perché si riscalda l’acqua di quasi 180 corpi idrici in varie regioni montane d’Europa. 35 di questi si trovano in Svizzera, ad esempio l’Emme, il Rodano e il torrente Dischma vicino a Davos. “La temperatura media dell’acqua è aumentata di 0,38 gradi Celsius per decennio negli ultimi 30 anni, il che porta a temperature dell’acqua più estreme ad alta quota in primavera e in estate”, ha scoperto van Hamel, citata in un comunicato. Si tratta di un aumento di circa 1,1 gradi rispetto al 1994.
L’aumento delle temperature dell’acqua può causare diversi problemi. L’intera biodiversità degli ecosistemi presenti nelle acque è minacciata. Ad esempio, il tasso di mortalità delle trote aumenta a temperature superiori ai 23 gradi Celsius.
Le alte temperature possono anche ridurre la qualità dell’acqua, il che potrebbe creare difficoltà alla fornitura di acqua potabile alla popolazione in alcune regioni, continua il rapporto. Inoltre, le aziende industriali non sarebbero più in grado di raffreddare a sufficienza le loro centrali elettriche, costringendole a ridurre o addirittura a chiudere l’attività. Secondo la nota, se la tendenza continua, si raggiungerà un punto di rottura ecologico.
Misurati fino a 28 gradi
“La temperatura dell’acqua più alta osservata in un singolo bacino idrografico è stata di 28 gradi Celsius nello Schwarzbach in Austria”, spiega van Hamel. Le acque del Massiccio Centrale sono tutte relativamente calde. Nei Pirenei e nelle Alpi, invece, le differenze sono notevoli. Ciò è dovuto alle maggiori differenze di altitudine nei bacini idrografici.
Proprio nelle Alpi la ricercatrice ha osservato una tendenza all’aumento per tutte e quattro le stagioni, con un incremento particolarmente forte in estate. “Se in inverno cade meno neve a causa dei cambiamenti climatici, in primavera e in estate l’acqua di fusione fredda raggiunge meno i fiumi” spiega l’autrice dello studio. A ciò si aggiungono i periodi di siccità che sono sempre più frequenti e riducono il contenuto di umidità del suolo.
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