La Camera alta del Parlamento elvetico è aperta all’idea di creare nuove centrali atomiche per assicurare un approvvigionamento di energia alla Confederazione, che attualmente dipende molto dall’estero.
Il Consiglio degli Stati è aperto all’idea di costruire nuove centrali nucleari in Svizzera. La Camera alta ha infatti approvato mercoledì un postulato in questo senso dell’argoviese liberal-radicale Thierry Burkart. Contrario, invece, il campo rosso-verde.
Secondo Burkart, il fabbisogno di energia elettrica è molto superiore alle previsioni e la priorità adesso è, a suo avviso, quella di garantire un adeguato approvvigionamento energetico, anche estendendo il funzionamento delle infrastrutture esistenti.
Nel suo intervento, il consigliere federale e ministro dell’energia Albert Rösti si è detto disposto a studiare il problema. Una carenza di elettricità causerebbe danni per miliardi di franchi, ha osservato. Il postulato chiede proprio questo: una valutazione “di ciò che sarebbe possibile, non di più”.
Il campo rosso-verde si oppone
Il campo rosso-verde si è dal canto suo opposto. “Le centrali atomiche svizzere sono le più vecchie del mondo”, ha sostenuto la neocastellana rappresentante dei Verdi Céline Vara, chiedendo di investire maggiormente nelle energie rinnovabili. La socialista giurassiana Mathilde Crevoisier Crelier ha rimproverato al plenum di voler annullare il voto popolare che chiede di eliminare gradualmente l’atomo.
Diversi oratori hanno però sottolineato che si tratta solo di un postulato che non impone nulla. Il solettese Pirmin Bischof (Centro) ha fatto notare che è necessario uno studio, anche perché rispetto al passato molto è cambiato: “La guerra in Ucraina ci ha fatto capire quanto siamo dipendenti dall’estero per il nostro approvvigionamento in energia”, ha spiegato il senatore solettese.
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