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Gli 007 svizzeri sospettati di aver collaborato con la Russia

martin pfister
L'inchiesta è stata aperta dal consigliere federale Martin Pfister. Keystone / Gian Ehrenzeller

Aperta un'inchiesta amministrativa nei confronti del SIC che, secondo un'inchiesta della SRF, avrebbe trasmesso - tra il 2015 e il 2020 - informazioni a Mosca.

Il consigliere federale Martin Pfister ha aperto un’inchiesta amministrativa per una presunta trasmissione di informazioni sensibili del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) alla Russia. I fatti si sarebbero prodotti fra il 2015 e il 2020, secondo un’inchiesta della Radiotelevisione della Svizzera tedesca SRF.

La SRF si basa su un rapporto segreto del SIC, secondo quanto si legge nell’inchiesta pubblicata oggi. Il caso riguarderebbe la trasmissione illegale di dati dal SIC verso servizi segreti russi, fra i quali quello militare GRU, attraverso l’azienda di sicurezza informatica Kaspersky.

Servizi segreti alleati avrebbero messo in guardia il SIC. Kaspersky è già stata accusata a più riprese di collaborare con il Cremlino e i suoi servizi segreti. L’azienda, con cui il SIC ha lavorato, viene evitata dai servizi statali di diversi Paesi.

Il servizio del TG 12.30 della RSI del 4 giugno 2025:

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Secondo il “ministro” della difesa Pfister servizi informativi funzionanti sono di importanza centrale per la sicurezza della Svizzera, “in particolare nell’attuale instabile situazione mondiale”, ha detto a Keystone-ATS il responsabile del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS).

Proprio per questo si è deciso per un’inchiesta amministrativa, svolta da un organismo esterno indipendente. Quest’ultimo dovrà stabilire se le misure prese sulla base di quanto emerso fino ad ora siano state applicate. Il governo e le competenti commissioni parlamentari sono informati della situazione.

Sul caso in questione sono in effetti già state condotte tre diverse indagini che hanno portato a una riorganizzazione, in particolare nel settore cyber.

Il SIC si è dal canto suo rammaricato che la SRF, con la sua pubblicazione, stia consapevolmente accettando possibili conseguenze potenzialmente di vasta portata per il lavoro dello stesso SIC.

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