Giovani a rischio radicalizzazione in Svizzera
Un'inchiesta condotta dalla radiotelevisione pubblica SRF svela le strategie per reclutare potenziali estremisti islamici nel web.
La facilità con cui i e le giovani possono essere esposti a contenuti che incitano alla radicalizzazione è sconcertante e il successo dell’operazione è testimoniato dalla cronaca recente: proprio una settimana fa tre adolescenti, tra i 15 e i 18 anni, sono finiti in manette a Sciaffusa e in Turgovia per sospette attività terroristiche.
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Un servizio della radiotelevisione svizzera in lingua tedesca SRF, attraverso le piattaforme online di videogiochi e le reti sociali, ha evidenziato le strategie utilizzate per indottrinare futuri estremisti ed estremiste.
Nel caso concreto un giornalista ha creato un profilo fittizio su TikTok, fingendo di essere un adolescente di 16 anni. Dopo un primo like su un incontro di boxe, l’algoritmo lo ha guidato verso vari contenuti legati all’Islam e successivamente lo ha indirizzato verso discorsi anti-occidentali di dittatori deposti e infine verso immagini di violenza cruda.
A rischio i soggetti vulnerabili
Secondo quanto ha spiegato Constantin Winkler, ricercatore presso l’Istituto di ricerca sulla pace di Francoforte, un percorso analogo può destabilizzare i soggetti psicologicamente più vulnerabili: “Sappiamo che Internet è il luogo principale di radicalizzazione per le persone sotto i 30 anni, e in modo ancora più evidente, per quelle sotto i 20 anni”, ha osservato lo studioso tedesco. “Questo può avvenire su social network come TikTok o su piattaforme di giochi online”.
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In particolare, proprio le reti di comunicazione integrate nei videogiochi sono diventate un terreno fertile per il reclutamento. Attraverso queste piattaforme, sottolinea Constantin Winkler nel servizio SRF, si possono creare nuove relazioni, anche perché alcuni giochi vengono creati appositamente per fini politici.
Giochi orientati all’estremismo
Ci sono “esempi di organizzazioni terroristiche islamiche come Hezbollah, ma anche di Stati come l’Iran, che finanziano giochi per dare a bambini e giovani l’opportunità di diventare martiri”, indica il ricercatore.
Sebbene il fenomeno sia ancora relativamente circoscritto, l’esistenza di un reclutamento basato su queste piattaforme online preoccupa le autorità che lo stanno prendendo sul serio, monitorandolo e, come riporta la cronaca, adottando le contromisure necessarie.
Il servizio (in francese) sul TG della TSR.
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