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Ginevra dice no al finanziamento della caserma della Guardia Svizzera

guardie svizzere
Tra qualche anno le Guardie Svizzere avranno una nuova casa. Copyright 2017 The Associated Press. All Rights Reserved.

In nome della laicità, il Parlamento cantonale ginevrino ha respinto la proposta di sovvenzionare la nuova caserma della Guardia Svizzera in Vaticano. Un no che non avrà però conseguenze sul progetto.

Il Cantone di Ginevra non contribuirà al finanziamento della nuova caserma della Guardia svizzera, che dovrà sostituire quella ormai fatiscente del XIX secolo.

Il Gran Consiglio ha rifiutato giovedì sera, con 50 no e 43 sì, di discutere di un eventuale contributo. Il progetto dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) prevedeva la concessione di 500’000 franchi (535’000 euro) alla Fondazione per il Restauro della Caserma della Guardia Svizzera Pontificia in VaticanoCollegamento esterno. Prevedendo che la richiesta sarebbe stata respinta, il partito ha presentato un emendamento che riduceva la sovvenzione a 50’000 franchi, ovvero 10 centesimi per ogni abitante del Cantone.

“La somma non è il vero problema di questo progetto”, ha sottolineato il deputato dei Verdi Pierre Eckert, relatore di maggioranza. Il granconsigliere ha fatto riferimento a un parere legale richiesto al dipartimento competente, secondo il quale la neutralità confessionale dello Stato di Ginevra non gli consente di sovvenzionare un’attività religiosa.

“Anche se non ospita alcun rappresentante ecclesiastico, l’edificio è utilizzato da una forza di polizia al servizio di un’autorità religiosa”, ha spiegato. Una violazione della legge sulla laicità potrebbe costituire un precedente o essere contestata in un referendum. Era quanto accaduto a Lucerna nel 2022: chiamato a pronunciarsi su un contributo di 400’000 franchi, l’elettorato del Cantone aveva respinto il credito.

“Un biglietto da visita

Patrick Lussi, deputato dell’UDC e relatore di minoranza, ha da parte sua rilevato che si tratta di una valutazione errata del concetto di culto religioso. “L’edificio ospita gli uffici e gli alloggi delle guardie”, ha argomentato, sottolineando che questa istituzione è “un biglietto da visita della Svizzera nel mondo”.

“La Guardia Svizzera è una tradizione che rappresenta l’orgoglio del nostro Paese”, ha proseguito François Baertschi, granconsigliere del Mouvement Citoyen Genevois, difendendo la sovvenzione di 50’000 franchi.

A nome del Governo cantonale, la ministra delle finanze Nathalie Fontanet si è attenuta a una sola argomentazione: “Questo testo è contrario alla legge sulla laicità”. Un punto di vista seguito dalla maggioranza del Gran Consiglio.

interno di un edificio
La mensa della nuova caserma dovrebbe essere così. Fondazione Caserma

Un progetto da 50 milioni

Il no di Ginevra non inciderà comunque sul progetto di restauro della Caserma svizzera. La raccolta fondi è infatti a buon punto. Stando alle ultime cifre a disposizione, il 30 settembre scorso la fondazione, presieduta dall’ex presidente della Banca nazionale svizzera Jean-Pierre Roth, aveva raccolto tra promesse di doni e donazioni effettive 48,5 milioni di franchi.

Il costo preventivato del progetto per rinnovare l’edificio, situato all’interno delle mura vaticane subito dopo Porta Sant’Anna, ammonta a 50 milioni.

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Il progetto è stato affidato allo studio di architettura ticinese Durisch + Nolli e alla società ingegneristica basilese Schnetzer Puskas.

Essendo il Vaticano iscritto nel Patrimonio mondiale dell’Unesco, la ristrutturazione è stata passata al setaccio da una commissione di esperti, che lo scorso dicembre hanno dato il loro via libera.

Nel corso di quest’anno inizierà la progettazione dettagliata, che porterà all’approvazione definitiva da parte del Vaticano e alla gara d’appalto per i lavori di costruzioni. “L’inizio dei lavori – scrive la Fondazione – è previsto per la fine dell’Anno Santo, all’inizio del 2026”.

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