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Sarà chiusa la sede ginevrina della Gaza Humanitarian Foundation

riva del lago di ginevra
Keystone-SDA

La sede ginevrina della Gaza Humanitarian Foundation sarà sciolta per il mancato rispetto di obblighi legali. Registrata in Svizzera a inizio anno, la filiale non è mai stata operativa. La decisione arriva tra forti critiche internazionali alla fondazione per la gestione degli aiuti a Gaza.

La sede ginevrina della controversa Gaza Humanitarian Foundation (GHF), sarà sciolta. Lo ha reso noto mercoledì l’Autorità federale di vigilanza sulle fondazioni nel Foglio ufficiale svizzero di commercio.

Il suo obiettivo era coordinare la distribuzione di cibo a Gaza senza far capo alle Nazioni Unite.

La decisione è stata presa perché la GHF “non ha rispettato diversi obblighi legali”, ha precisato a Keystone-ATS il Dipartimento federale dell’interno (DFI), aggiungendo che si tratta della procedura abituale in casi di questo tipo. “La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider non ha avuto alcuna influenza su questa procedura o su questa decisione”.

L’antenna ginevrina della GHF, organizzazione creata e sostenuta da Stati Uniti e Israele, non è operativa. È una filiale della GHF, che ha sede nel Delaware (USA), ed è stata registrata in Svizzera per motivi finanziari a inizio anno. L’AFV potrà ordinarne lo scioglimento se nessun creditore si registrerà entro il termine legale di 30 giorni, è stato precisato.

Varie lacune legali

Nelle ultime settimane, l’AFC ha avuto “contatti sporadici” con la GHF, che da parte sua ha confermato di non aver mai svolto attività in Svizzera come fondazione e di voler chiudere la sede registrata a Ginevra.

Visto che non rispettava alcuni obblighi legali, l’ASF ha chiesto alla GHF di chiarire la sua situazione entro la fine di giugno. Tra le lacune individuate, l’ASF ha in particolare notato l’assenza di un membro del consiglio di amministrazione autorizzato a firmare e domiciliato in Svizzera, l’assenza di un conto in Svizzera, come pure di un indirizzo valido.

Parlamento contrario

All’inizio di questa settimana, le due commissioni di politica estera del Parlamento hanno chiesto espressamente al Consiglio federale di astenersi da qualsiasi collaborazione diretta o indiretta con la GHF.

Al termine della sua recente visita in Medio Oriente, il consigliere federale Ignazio Cassis aveva dichiarato all’agenzia Keystone-ATS che la GHF “pone un problema perché non segue i principi umanitari” ma “li sta imparando”.

Distribuzione cibo: centinaia di morti

Le Nazioni Unite e diverse ONG hanno pesantemente criticato la GHF e si sono rifiutate di lavorare con essa, a causa di dubbi sulle sue procedure e sulla sua neutralità. La fondazione nega da parte sua qualsiasi incidente all’interno dei suoi centri.

Il Ministero della Sanità di Gaza sostiene che dalla fine di maggio quasi 550 persone siano state uccise nei pressi dei siti di distribuzione gestiti dalla GHF, mentre cercavano di procurarsi del cibo.

Israele ha imposto un blocco umanitario sulla Striscia di Gaza all’inizio di marzo, ciò che ha portato a gravissime carenze di cibo, farmaci e altri beni di prima necessità. La situazione è stata alleviata solo marginalmente dalla GHF.

Ieri circa 170 ONG internazionali hanno chiesto la fine di questo nuovo sistema di distribuzione degli aiuti e il ritorno al meccanismo che vigeva fino a marzo, quando la fornitura degli aiuti era coordinata da varie ONG e agenzie ONU.

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