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Il prezzo della protezione contro i pericoli naturali

persona osserva dall alto colata detritica
La frana di Bondo del 23 agosto 2017, costata la vita ad otto escursionisti, è ancora in tutte le memorie. © Keystone / Aladin Klieber

Ogni anno in Svizzera si investono miliardi di franchi in interventi per proteggersi dai pericoli naturali.


La colata detritica verificatasi l’11 agosto a Chamoson, in Vallese, e costata la vita a due persone è solo l’ultima di una lunga serie di eventi naturali che dimostrano quanto la Svizzera sia esposta, a causa della conformazione del suo territorio, al rischio di scoscendimenti e valanghe.

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Straripa un torrente in Vallese, due dispersi

Questo contenuto è stato pubblicato al La colata detritica ha travolto un’auto nella quale si trovavano un uomo di 37 anni e una bambina di 6. Diverse strade chiuse per le intemperie.

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Un rischio destinato a crescere ulteriormente: “Il clima sempre più caldo, il conseguente aumento dell’intensità e della frequenza delle precipitazioni, lo sviluppo degli insediamenti e le infrastrutture sempre più care (per esempio le vie di comunicazione) aumentano il rischio di danni dovuti a eventi naturali quali le piene”, scriveva il Governo svizzero in un rapportoCollegamento esterno di tre anni fa.

Le autorità – federali, cantonali e comunali – e il settore privato non se ne stanno però con le mani in mano. In uno studioCollegamento esterno risalente a una decina di anni fa, la piattaforma nazionale “Pericoli naturali”Collegamento esterno aveva calcolato che ogni anno in Svizzera si spendono 2,9 miliardi di franchi per opere di protezione contro i pericoli naturali, ossia 400 franchi pro capite. Più della metà (1,7 miliardi) è finanziata da assicurazioni e privati.

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Nel frattempo, la fattura è probabilmente diventata ancora più salata. Ad esempio, le sovvenzioni attribuite dalla Confederazione per le misure di protezione nel quadro della Legge federale sulla sistemazione dei corsi d’acqua sono fortemente aumentate dopo le inondazioni del 2005 e del 2007, passando da circa 75 milioni all’anno a quasi 150.

Ogni centesimo speso rappresenta però un investimento proficuo: “I calcoli effettuati per numerosi progetti, mostrano che ogni franco investito permette di evitare tra cinque e sette franchi di danni”, sottolineava nel 2016 Hans Peter Willi, all’epoca a capo della divisione Prevenzione dei pericoli dell’Ufficio federale dell’ambiente.

In questo servizio, la Radiotelevisione svizzera si è recata nella Val Parghera, nei Grigioni, dove il 12 agosto 2019 è stato inaugurato un nuovo bacino di contenimento:

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