FINMA: “UBS deve rielaborare i suoi piani di emergenza”
L'assorbimento di CS da parte di UBS ha comportato ostacoli.
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Secondo l'autorità elvetica di vigilanza sui mercati finanziari FINMA, gli attuali piani di emergenza di UBS vanno rivisti, in modo da ampliare le possibilità d'intervento in caso di insolvenza.
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Alla luce dell’integrazione di Credit Suisse (CS), UBS deve rielaborare i suoi piani di emergenza che scatterebbero in caso di difficoltà: lo ha stabilito la FINMA, che ha sospeso la periodica approvazione annuale delle procedure della banca in materia.
Nella valutazione della capacità di risanamento e di liquidazione al 31 dicembre 2023 è stato constatato che l’assorbimento di CS ha comportato ostacoli, si legge in un comunicato diffuso martedìCollegamento esterno dall’Autorità federale di vigilanza dei mercati finanziari.
Agli occhi dei funzionari e delle funzionarie bernesi la società guidata da Sergio Ermotti continua a soddisfare il requisito relativo alla capacità di assorbimento delle perdite. Ma la pianificazione di una possibile liquidazione di UBS deve essere perfezionata, in modo da ampliare le possibilità di intervento in caso di insolvenza.
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“Oltre alla strategia concernente la continuità operativa, occorre rendere possibili sia un’uscita dal mercato mediante la vendita o la chiusura ordinata di singoli comparti operativi, sia la cessione della banca, senza compromettere la stabilità del sistema e senza ricorrere al denaro dei contribuenti”, scrive la FINMA. Nei prossimi anni la banca dovrà mettere a punto queste opzioni, che dovranno risultare in linea con le proposte indicate nel rapporto del Consiglio federale dell’aprile scorso sulla stabilità delle banche.
Approvazione sospesa
Secondo l’autorità è inoltre fondamentale che a livello legislativo vengano create le basi necessarie affinché tali opzioni possano essere attuate garantendo la certezza del diritto. La crisi di Credit Suisse ha mostrato in che misura i piani di stabilizzazione dovrebbero essere migliorati: la FINMA si attende che UBS, nelle sue ipotesi, tenga conto delle esperienze maturate con la recente crisi, in particolare in relazione alla rapidità e alla portata della corsa dei clienti a prelevare i loro soldi. Nell’attesa ha sospeso l’approvazione annuale del piano di stabilizzazione di UBS per il 2024.
UBS deve rielaborare in particolare la pianificazione della liquidità e il rifinanziamento dell’unità svizzera in caso di attivazione del piano d’emergenza. Questo deve infatti garantire che l’istituto sia in grado di mantenere senza interruzioni le sue funzioni di rilevanza sistemica anche in caso di difficoltà.
UBS: “Siamo già al lavoro”
UBS ha intanto fatto sapere di essere “già al lavoro” sulla rielaborazione dei piani di emergenza. “UBS ha un modello di affari sostenibile e una capacità di assorbimento delle perdite di circa 200 miliardi di dollari” (circa 182 miliardi di franchi al cambio attuale), afferma in una presa di posizione scritta la società guidata da Sergio Ermotti. “Come confermato dalla FINMA nel suo comunicato stampa, UBS soddisfa i requisiti applicabili per essere risanata in caso di crisi secondo la strategia di ristrutturazione preferita”.
“L’esperienza acquisita con la crisi di Credit Suisse e il salvataggio da parte di UBS richiedono ora un ulteriore sviluppo della pianificazione della risoluzione delle situazioni, al fine di ampliare i piani esistenti in modo mirato. UBS ha già iniziato questo lavoro”, conclude l’impresa.
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