La situazione è tesa soprattutto nell'industria (nell'immagine uno stabilimento di alluminio in Vallese)
Keystone / Jean-Christophe Bott
L'economia elvetica, in particolare il settore industriale, sta attraversando una fase di debolezza a metà anno, secondo il Purchasing Manager's Index (PMI) di UBS pubblicato venerdì.
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Keystone-ATS
Il PMI relativo all’industria, che come quello dei servizi indica in quale misura è variata la performance nel mese in corso rispetto a quello precedente ed è basato sui dati comunicati dalle aziende, si è attestato a 43,5 punti a luglio, con un lieve calo di 0,4 punti rispetto a giugno, secondo quanto riportato da UBS nel suo sondaggio mensile stilato in collaborazione con l’associazione di categoria Procure.ch. L’indice è rimasto al di sotto della soglia di crescita di 50 punti per 19 mesi.
Il calo è ascrivibile anche al settore dei servizi, dove il relativo PMI è sceso sotto la soglia dei 50 punti nel mese in esame, a 44,7 punti, rispetto ai 52 punti di giugno. L’indicatore continua a mostrare una tendenza instabile, avendo superato la soglia di crescita quattro volte da gennaio ed essendo sceso al di sotto di essa tre volte.
Sia nell’indice PMI relativo all’industria sia in quello dei servizi, il valore relativo all’occupazione si è attestato a 45,9 punti: nel primo dei due settori si è registrato un lieve calo (-0,1), mentre nel secondo il fenomeno è stato più marcato, con una diminuzione di 4,6 punti. Dato che la maggior parte dei posti di lavoro è nel terziario, un periodo prolungato con una componente occupazionale in contrazione può rappresentare un rischio per l’economia nel suo complesso.
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Tornando al fronte industriale, la componente della produzione è scesa significativamente a luglio, ma ciò è dovuto principalmente a un effetto stagionale, secondo la principale banca svizzera. Al netto delle variazioni stagionali, la produzione è diminuita di soli 1,3 punti a 43,0.
Il calo degli ordini è stato leggermente più marcato di quello della produzione, con una contrazione di 2,6 punti a 40,5 punti. L’andamento delle scorte di acquisto a luglio è stato notevolmente meno negativo rispetto al mese precedente, durante il quale tale categoria ha raggiunto il livello più basso dalla grande crisi finanziaria del 2007-2008.
Nonostante un aumento di 6,7 punti (valore PMI 43,2), la valutazione attuale delle scorte rimane ben al di sotto della media di lungo periodo.
Nei servizi, la categoria riguardante l’attività commerciale ha subito un forte calo, ha osservato UBS. Solo il 12% delle aziende intervistate ha segnalato un’attività commerciale più forte rispetto al mese precedente. Sebbene gran parte del calo sia stagionale, il relativo indicatore è comunque sceso di 5,5 punti a 49,2 in termini destagionalizzati.
UBS rileva anche un indebolimento dei nuovi ordini, con un calo di 6,6 punti (a 42,5), e soprattutto del portafoglio ordini, con un crollo di 11 punti (a 42,0).
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