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Ruag: “nessun fucile a tiratori scelti russi”

Pannello con la scritta Together ahead. RUAG e sul fondo, sfocato, Urs Breitmeier
Immagine d'archivio. © KEYSTONE / THOMAS DELLEY

Ruag non ha fornito alla Russia fucili per tiratori scelti, né equipaggiamenti tecnici per elicotteri. Lo ha dichiarato venerdì il CEO dell'azienda, nella bufera per sospetto export bellico non autorizzato.

Il gruppo svizzero specializzato in armamenti e tecnologia aerospaziale, controllato al 100% dalla Confederazione, ha visto crollare nel 2017 l’utile netto del 22,8%, a 89 milioni di franchi. In controtendenza il fatturato, aumentato del 5,2% a 1,96 miliardi.

Ma è soprattutto della sospetta violazione della Legge sul materiale bellicoCollegamento esterno, e dell’ipotesi di amministrazione infedele, che il presidente della direzione di Ruag, Urs Breitmeier, è stato chiamato a rispondere a margine della conferenza stampa di bilancio.

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Questo contenuto è stato pubblicato al L’inchiesta federale, che ipotizza i reati di violazione della legge sul materiale bellico, pratica commerciale scorretta e amministrazione infedele, è stata aperta in seguito alla denuncia penale partita dalla stessa impresa di proprietà della Confederazione che aveva dato seguito a una soffiata. Scarne le informazioni rilasciate dalla Procura federale, che ha confermato la notizia pubblicata…

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Il giorno precedente, si era appreso di perquisizioni degli uffici dell’azienda parastatale, ordinate dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC), che ha aperto un’inchiesta dopo una denuncia penale presentata dalla stessa Ruag.

I sospetti

All’origine della denuncia vi è la segnalazione di un cosiddetto ‘whistleblower’, secondo il quale un dirigente ha effettuato affari non autorizzati, con prodotti dell’azienda e anche di ditte concorrenti.

“Siamo delusi che un quadro dirigente della Ruag, violando il codice di condotta interno, abbia partecipato a un affare con terzi civili che noi non avremmo mai autorizzato”, ha dichiarato Breitmeier.

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Ruag impiega 9189 persone nel mondo, di cui 4’500 in Svizzera. Suo principale cliente è il Dipartimento federale della difesa (DDPS).

Il CEO ha precisato che l’azienda ha sì fornito munizioni alla Russia per il servizio di protezione del suo presidente, ma prima delle sanzioni contro Mosca e con regolare autorizzazione della Segreteria di Stato dell’economiaCollegamento esterno (Seco).

Non ha invece venduto fucili per tiratori scelti e neppure equipaggiamenti tecnici per elicotteri, quali le telecamere di sorveglianza evocate da indiscrezioni di stampa.

I risultati

Per quanto riguarda il calo della redditività di Ruag, che celebra nel 2018 il ventennale della sua fondazione, Breitmeier ha addotto elementi unici e isolati, come la rivalutazione di costi ed entrate di alcuni progetti della divisione armamenti.

Il gruppo è stato inoltre confrontato con il calo delle vendite di munizioni per tiratori sportivi negli USA, il rinvio delle consegne di strutture aeronautiche, e le spese legate a tre acquisizioni (dell’italiana Turfer, della britannica Clearswift e della svedese Gyttorp).

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