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Esportazioni elvetiche in netto calo in novembre, dopo il record di ottobre

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Keystone-SDA

Dopo il record di ottobre le esportazioni svizzere hanno subìto un netto calo in novembre: il valore dei beni venduti all'estero è sceso dell'11,0% rispetto al mese prima, quando erano salite del 10,7%.

Oltre alle esportazioni elvetiche (-11%), nel mese di novembre sono risultate in contrazione anche le importazioni, diminuite dell’1,6%, al livello più basso da dicembre 2021.

Le variazioni indicate sono nominali: in termini reali (cioè corrette dell’effetto dei prezzi) si sono attestate rispettivamente a -19,8% (export) e -2,8% (import), emerge dai dati pubblicati giovedì dall’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC). Hanno preso la via dell’estero merci per 21,7 miliardi di franchi, mentre in direzione opposta i movimenti ammontano a 17,8 miliardi: il periodo in rassegna si chiude con un’eccedenza di 4,0 miliardi.

Nel confronto con ottobre i principali settori dell’export hanno avuto un andamento uniforme, ma con accenti diversi. Il ramo di gran lunga più importante, la chimica-farmaceutica, segna (a livello nominale) -15,2% (a 12,1 miliardi di franchi); seguono le macchine e l’elettronica (-8,3% a 2,5 miliardi), l’orologeria (-0,1% a 2,1 miliardi) e gli strumenti di precisione (-2,6% a 1,4 miliardi).

A livello geografico il continente più interessante per i prodotti elvetici rimane l’Europa (-13,7% a 12,8 miliardi), con un contributo importante fornito da Germania (-2,2% a 3,3 miliardi), Slovenia (-49,2% a 2,2 miliardi, con in primo piano il segmento farmaceutico, fortemente cresciuto nel mese precedente), Italia (+6,5% a 1,8 miliardi) e Francia (-7,1% a 1,0 miliardi). In flessione è il Nord America (-1,5% a 4,6 miliardi): gli Stati Uniti, malgrado il calo (-1,8% a 4,3 miliardi), mantengono comunque il primato di maggiore importatore di merci dalla Confederazione, una posizione spesso disputata con la Germania. Fa un passo indietro pure l’Asia (-4,3% a 4,4 miliardi), sulla scia dello scarso dinamismo della Cina (-8,6% a 1,3 miliardi).

Anche sul fronte delle importazioni il settore più importante rimane quello chimico-farmaceutico (-10,4% a 5,7 miliardi), seguito da macchine ed elettronica (+2,1% a 2,7 miliardi), veicoli (+4,9% a 1,6 miliardi), metalli (invariato a 1,2 miliardi) e alimentari (-0,3% a 1,2 miliardi). Riguardo alle regioni, è in flessione l’Europa (-8,5% a 12,6 miliardi), mentre avanzano Asia (+4,8% a 3,4 miliardi) e Nord America (+6,2% a 1,3 miliardi).

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