Esportazioni di orologi svizzeri in netto calo, crolla il mercato cinese
Le vendite di orologi svizzeri all'estero hanno subito un netto calo in settembre, sulla scia del crollo dei mercati di Cina e Hong Kong.
Stando ai dati diffusi giovedì dalla Federazione dell’industria orologiera (FH), nel nono mese del 2024 le esportazioni si sono attestate a 2,1 miliardi di franchi, in flessione del 12,4% rispetto allo stesso periodo del 2023. Si tratta dell’arretramento mensile più marcato registrato quest’anno. In termini di numero i segnatempo smerciati hanno presentato una contrazione – nell’ottica dei produttori – ancora più dolorosa, pari al 20,8% (a 1,2 milioni). Sull’arco dei primi nove mesi dell’anno l’export orologiero elvetico è sceso (su base annua) del 2,7%.
A livello di singoli mercati e tornando a focalizzare l’attenzione su settembre, dominano gli Stati Uniti (+2,4% a 353 milioni di franchi), il principale sbocco del Made in Switzerland. Al secondo posto figura il Giappone (+2,0% a 173 milioni), seguito da Regno Unito (-10,7% a 151 milioni), Hong Kong (-34,6% a 129 milioni), Cina continentale (-49,7% pure a 129 milioni) e Singapore (-13,9% a 124 milioni). Insieme questi sei mercati rappresentano il 51% delle vendite oltre frontiera.
In modo perfettamente uniforme – tutto al ribasso – si presenta l’andamento delle esportazioni in relazione ai segmenti di prezzo. Gli orologi di meno di 200 franchi hanno mostrato un decremento del 20,5% in termini di valore, la gamma 200-500 una flessione del 21,1%, il comparto 500-3000 segna -33,0%, mentre per la fascia oltre 3000 franchi si osserva un -7,3%.
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