Errori sulle stime delle pensioni, ordinata un’indagine
Un errore di calcolo è stato riscontrato nelle proiezioni finanziarie a lungo termine dell'AVS. Nel 2033 le uscite dell'assicurazione dovrebbero quindi risultare inferiori di circa 4 miliardi di franchi, ovvero del 6%, rispetto a quanto stimato in precedenza.
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Keystone-ATS
La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha ordinato un’inchiesta amministrativa sulla questione.
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Lo comunica oggi l’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS), secondo cui all’origine dello sbaglio vi sono due formule errate nel programma di calcolo. Durante controlli, è stato constatato che le uscite registravano valori elevati non plausibili.
Dopo che alla fine di maggio sono state individuate la causa e l’entità approssimativa di questi risultati farlocchi, l’UFAS ha elaborato due modelli di calcolo alternativi e incaricato due istituti di ricerca di sviluppare ciascuno il proprio entro la fine di agosto. Le prospettive finanziarie rielaborate verranno pubblicate nel mese di settembre.
Entrando nel dettaglio, nel 2026, quando sarà introdotta la 13esima rendita di vecchiaia, le uscite dell’AVS dovrebbero essere pari a circa 57 miliardi di franchi, come ipotizzato in precedenza.
Nel 2028 sarebbero presumibilmente inferiori di circa 1 miliardo, il che corrisponde a uno scarto dell’1,5% rispetto ai calcoli pregressi. La stima per il 2030 sarebbe invece troppo elevata di circa 2 miliardi (3%) e fino al 2033 lo scarto per eccesso aumenterebbe a circa 4 miliardi (6%).
Conformemente alle proiezioni, con l’introduzione della 13esima rendita il risultato di ripartizione – vale a dire la differenza tra entrate e uscite, senza i rendimenti attesi degli investimenti – diventerà negativo a partire dal 2026. I deficit attesi sono però inferiori. Esso infatti crescerà fino al 2030 a circa 2 miliardi (le stime precedenti erano di quasi 4 mia.) e fino al 2033 a circa 4 miliardi di franchi (da oltre 7 mia.).
Le minori uscite dell’AVS, precisa l’UFAS, incideranno anche sul contributo della Confederazione: considerando il periodo 2026-2033 e mantenendo l’attuale quota del 20,2%, risulta un importo inferiore di circa 2,5-3 miliardi di franchi.
Voto 13esima AVS non si discute
La rettifica delle prospettive finanziarie incide invece in misura pressoché nulla sulle spese derivanti dalla 13esima rendita di vecchiaia. In base ai nuovi calcoli, queste ammonteranno a 4,2 miliardi di franchi nel 2026 e a quasi 5 miliardi nel 2030.
“Siamo molto dispiaciuti per questa situazione, perché tali errori generano incertezza”, ha detto durante una conferenza stampa il direttore dell’UFAS Stéphane Rossini. Sono cose che non dovrebbero succedere, “è nostra responsabilità mettere a disposizione strumenti efficaci”, ha proseguito il numero uno dell’ufficio.
In ogni caso, queste imprecisioni non mettono in discussione la votazione sulla tredicesima AVS. “La popolazione si è pronunciata sull’introduzione di questa rendita e non sul suo finanziamento: non vi è dunque alcuna contraddizione”, ha spiegato ai media il direttore supplente dell’UFAS Bruno Parnisari.
Dal canto suo, la consigliera federale Baume-Schneider, titolare del Dipartimento federale dell’interno (DFI), ha subito reagito, ordinando un’inchiesta sull’errore di calcolo per stabilirne l’origine.
Sulla base dei risultati, attesi entro la fine dell’anno, verranno adottati i provvedimenti necessari per garantire l’attendibilità delle proiezioni finanziarie, si legge in una nota del DFI. L’analisi è stata affidata allo studio legale Bratschi di Zurigo.
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