Economiesuisse vede una crescita debole dell’economia svizzera
Secondo le previsioni di Economiesuisse, l'economia svizzera è destinata a una crescita inferiore al potenziale, poiché la solidità del mercato interno è controbilanciata da un settore dell'export che rimane sotto pressione.
In un contesto mondiale turbolento, l’economia svizzera naviga tra un robusto mercato interno e un settore dell’export che rimane sotto pressione: è la lettura della situazione proposta da Economiesuisse, che prevede una crescita inferiore al potenziale del paese.
Concretamente la federazione delle imprese elvetiche si aspetta una progressione del prodotto interno lordo (Pil) dell’1,2% quest’anno e dell’1,0% nel 2026. In un un contesto in cui “l’incertezza è diventata la nuova normalità” il clima sui mercati internazionali rimane teso, si legge in un comunicato. L’industria tecnologica svizzera, quella orologiera, il ramo tessile e il settore chimico, così come l’industria alimentare orientata all’esportazione per il 2026 prevedono un calo del fatturato all’estero. Al contrario, per le imprese farmaceutiche e quelle di tecnologia medica ci si aspetta nuovamente una crescita, seppur in misura contenuta.
L’economia interna beneficia intanto di vari fattori. Tassi d’interesse favorevoli e un’elevata domanda stimolano la costruzione di abitazioni: anche se il segmento delle infrastrutture è in difficoltà, l’edilizia nel suo complesso può progredire. Crescono anche i servizi alle imprese come la consulenza, i servizi bancari e quelli assicurativi. I consumi privati sono da parte loro sostenuti dall’aumento dei salari reali che, dopo un forte incremento nel 2025, saliranno anche l’anno prossimo. Ne traggono vantaggio il commercio al dettaglio, la ristorazione e l’industria alimentare locale. Prosegue inoltre l’espansione nei rami della sanità, della formazione e dei trasporti. Anche la spesa pubblica continua ad aumentare in modo costante.
Altri sviluppi
Inflazione azzerata in Svizzera, scende allo 0,0% in novembre
Le condizioni monetarie in Svizzera rimangono favorevoli. Il tasso guida della Banca nazionale svizzera (BNS) dovrebbe restare allo 0% anche nel 2026. Economiesuisse si aspetta un’inflazione annua media dello 0,4% nel 2026 (dopo lo 0,2% nel 2025), cioè nella parte bassa della fascia obiettivo della BNS, che va dallo 0% al +2%. Finché il differenziale dei tassi di interesse rispetto all’euro e al dollaro rimarrà invariato ci si può attendere solo un lieve apprezzamento del franco: l’organizzazione prevede per il prossimo anno un tasso di cambio medio franco-euro di 0,91.
Dopo anni di carenza di manodopera, il mercato del lavoro si sta stabilizzando: le imprese riescono nuovamente a trovare personale qualificato più facilmente. Le ditte stanno snellendo i processi tramite la digitalizzazione, soprattutto nel settore dei servizi e nell’industria, per poter competere nel difficile contesto internazionale. Nonostante alcune riduzioni di posti di lavoro, vengono creati molti altri impieghi, così che il tasso di disoccupazione l’anno prossimo crescerà solo leggermente, passando dal 2,8% al 3,0%, secondo le previsioni di Economiesuisse.
L’associazione ha presentato anche i risultati della sua periodica indagine presso imprese e federazioni settoriali. Nella maggior parte dei comparti la situazione non è peggiorata, ma nemmeno migliorata: ad esempio oltre la metà delle società considera ancora la regolamentazione e la burocrazia come il problema principale in Svizzera. L’accordo di massima con Washington sulle barriere doganali viene visto in modo positivo, ma tre quarti delle aziende interessate avvertono indirettamente gli effetti dei dazi statunitensi a causa di una domanda più debole.
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