Banche svizzere a prova di coronavirus
Il settore bancario elvetico ha tenuto durante la crisi provocata dalla pandemia di coronavirus, anche se l'economia non è ancora uscita completamente dall'emergenza.
È il pensiero espresso dal presidente dell’Associazione svizzera dei banchieri (Swiss Banking) Herbert Scheidt in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione.
Nei mesi passati sono stati infatti erogati, con il sostegno della Confederazione, 16,8 miliardi di crediti a favore delle imprese, soprattutto quelle piccole e medie che avevano un estremo bisogno di liquidità per poter andare avanti.
Il servizio del TG:
In questa operazione, il sistema finanziario ha “fornito assistenza diretta, rapida e non burocratica a molte aziende, mettendo a loro disposizione la necessaria liquidità”, ha sottolineato Herbert Scheidt.
Ma la bufera non è passata del tutto e, secondo le rilevazioni del Centro di ricerca congiunturale (KOF) del Politecnico di Zurigo, il 14 per cento delle imprese è a rischio fallimento.
Per questo motivo SwissBanking ha elaborato linee guida per gli operatori del settore affinché gestiscano in modo efficace, con il supporto di opportuni piani di ristrutturazione, le situazioni di insolvenza delle Pmi la cui sopravvivenza non è garantita. In questo senso, viene evidenziato, è fondamentale il coordinamento tra le banche creditizie e le aziende.
Per il futuro, SwissBanking punta senza indugi sulla “finanza sostenibile” e l’ambiente. L’economia del carbonio, ha sentenziato il presidente dei banchieri svizzeri, “non ha futuro” e per questo motivo “il settore bancario aderisce chiaramente agli obiettivi dell’Accordo sul clima di Parigi”.
tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG dell’8.9.2020)
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