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L’economia svizzera è in balia di un effetto boomerang

Il presidente USA Donald Trump.
Il presidente USA Donald Trump. Keystone-SDA

L'economia svizzera si prepara ad affrontare il contraccolpo dopo l'incremento delle esportazioni verso gli Stati Uniti nel primo trimestre, in attesa dei dazi da tempo promessi da Donald Trump. In particolare, si addensano nubi sulle prospettive per il 2026.

Lunedì la Segreteria di Stato per l’economia (Seco) ha ridotto le previsioni di crescita del Prodotto interno lordo (PIL) di circa dieci punti base per il 2025, portandole all’1,3%, e di circa quaranta punti base per il 2026, portandole all’1,2%, esclusi gli eventi sportivi.

L’effetto boomerang non ha influito sulle proiezioni del centro di ricerca economica KOF per l’anno in corso, ma ha indotto gli specialisti di Zurigo a ridurre le previsioni per il prossimo anno. Il PIL dovrebbe ancora aumentare dell’1,4% per il 2025, ma dell’1,5% per il 2026, rispetto all’1,9% dell’ultima valutazione, afferma il KOF nella sua pubblicazione stagionale.

“La guerra commerciale internazionale si sta rivelando ancora più intensa di quanto previsto in primavera e sta sconvolgendo ancora di più le previsioni economiche”, spiegano gli autori dell’edizione estiva delle Previsioni economiche del KOF.

Nessun miglioramento immediato

La Seco si aspetta che la domanda interna svolga un ruolo di stabilizzazione, con una ripresa dell’attività edilizia e una bassa inflazione a sostegno dei consumi delle famiglie. Il peso del conflitto commerciale, invece, si farà sentire sulle esportazioni per tutto il 2025, e una ripresa della crescita globale – sinonimo di guadagno per le esportazioni svizzere – non è prevista prima del prossimo anno. La Seco ha quindi alzato la previsione del tasso di disoccupazione a una media del 2,9% per il 2025 e del 3,2% per il 2026, rispetto al 2,8% per ciascuno dei due periodi precedenti.

Lo scenario favorito dagli esperti accademici e dagli economisti della Confederazione si basa sull’ipotesi di dazi doganali forfettari del 10% sulla maggior parte delle importazioni negli USA, esclusi in particolare i prodotti farmaceutici, per tutto il periodo considerato.

Di fronte all’incostanza della politica economica e commerciale globale, la Seco ha delineato due scenari alternativi. Il più favorevole dei due, che prevede un rapido allentamento delle relazioni commerciali internazionali e importanti piani di stimolo, porterebbe a un’accelerazione della crescita svizzera. Anche in caso di aumento dei dazi doganali, gli esperti escludono comunque l’ipotesi di una recessione in Svizzera.

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