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BNS: Pil svizzero verso una contrazione del 6%

Thomas Jordan in conferenza
L'istituto guidato da Thomas Jordan si allinea alle previsioni pessimistiche di altre banche centrali. Keystone / Anthony Anex

La Banca nazionale svizzera (BNS) prevede per il 2020 una contrazione del prodotto interno lordo (Pil) di circa il 6%. Nel contempo mantiene invariata la sua politica monetaria, orientata agli interessi negativi.

Stando a quanto comunicato giovedì, l’istituto d’emissione lascia fermo al -0,75% il suo tasso guida, confermando anche gli interessi negativi, pure del -0,75%, sui conti giro presso la BNS.

La conferma di questi dati, ampiamente prevista dagli analisti, non era una sorpresa. L’interesse degli investitori, alla vigilia del tradizionale esame trimestrale della situazione economica e monetaria, era quindi focalizzato sulle prospettive congiunturali.

Si trattava in particolare di sapere se la BNS, guidata da Thomas Jordan si sarebbe accodata al pessimismo mostrato da altre grandi banche centrali, sulla scia della crisi innescata dal coronavirus.

Nonostante i segnali di ripresa rilevati in maggio la Banca nazionale si attende che, come all’estero, anche in Svizzera la ripresa economica rimanga in un primo tempo incompleta e che il Pil non ritorni al suo livello pre-crisi. Se dovesse confermarsi la prevista contrazione di sei punti percentuali si tratterebbe della flessione più marcata dalla crisi petrolifera degli anni ’70, sottolinea lo stesso istituto.

Nel precedente esame trimestrale, risalente al 19 marzo, la BNS non aveva avanzato una cifra concreta relativa alla variazione del Pil, limitandosi ad affermare che “la crescita sull’intero anno potrebbe risultare negativa”.

“Le banche svizzere non abbassino la guardia”

Secondo la Banca nazionale svizzera (BNS), tuttavia, anche la maggior parte degli istituti che si concentrano sul mercato interno dovrebbe sopravvivere a questa tempesta.

Nell’attesa che l’economia globale guarisca le sue ferite e torni alla normalità, le banche elvetiche dovranno stringere i denti, ha sottolineato la BNS nel suo “Rapporto sulla stabilità finanziaria 2019” pubblicato oggi. Ciò vale in particolare per UBS e Credit Suisse.

La Banca nazionale prevede un peggioramento dei risultati della gestione patrimoniale e dell’investment banking per questi due istituti di importanza sistemica. Ciononostante ritiene che UBS e Credit Suisse siano ben capitalizzate e ben posizionate per affrontare le difficoltà senza grossi ostacoli.

Le cinque banche svizzere a rischio sistemico – UBS, Credit Suisse Banca cantonale di Zurigo, Raiffeisen e PostFinance – non devono tuttavia abbassare la guardia riguardo al regolamento. L’attuale predisposizione delle normative “too big to fail” è ancora necessaria, indica BNS.

L’entità degli effetti coronavirus sulle banche nazionali è ancora molto incerta. Gli istituti orientati verso il mercato interno saranno confrontati a difficoltà in qualche modo diverse, ma dovrebbero rimanere complessivamente redditizi, indica la BNS. Tuttavia “un certo numero” andrà in perdita.

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tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 18.06.2020)

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