Continua ad aumentare in Svizzera l’ecologismo di facciata
Una tendenza che riflette i cambiamenti politici.
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Il greenwashing è in calo a livello globale, ma la Confederazione è in controtendenza.
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I casi di ecologismo di facciata da parte delle imprese (il cosiddetto “greenwashing”) sono in diminuzione a livello globale, ma aumentano in Svizzera.
È la conclusione a cui giunge uno studio di RepRisk, società zurighese specializzata nell’analisi dei rischi ESG (Environmental, Social and Governance, cioè principi ambientali, sociali e di buon governo d’impresa).
Secondo questa ricerca sul piano internazionale nel periodo che va da luglio 2023 a giugno 2024 i casi di greenwashing sono calati del 12% rispetto ai 12 mesi precedenti, ma sono aumentati del 30% quelli gravi. In Svizzera in generale si assiste a una progressione del 17%, la crescita maggiore dei 13 mercati analizzati.
Secondo le autrici e gli autori dello studio è chiaro che la regolamentazione ha avuto un impatto sulla tendenza globale alla diminuzione. Nel Regno Unito è stata osservata una flessione relativamente modesta (-4%), mentre l’UE, che è stata in prima linea in ambito normativo grazie a varie leggi entrate in vigore negli ultimi 12 mesi, ha registrato una diminuzione del 20%. Per esempio, la direttiva sulle dichiarazioni ambientali di Bruxelles impone alle aziende di sostenere con fatti le loro dichiarazioni.
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