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Ecco i temi caldi che affronterà il Parlamento nella sessione estiva

Palazzo federale.
Palazzo federale. Keystone / Christian Beutler

Finanziamento della 13esima AVS, congedo parentale e salari minimi sono solo alcuni dei temi scottanti, assieme a diverse iniziative popolari, che terranno impegnato il Parlamento nel corso della prossima sessione estiva che si terrà dal 2 al 20 giugno.

Fra i temi “caldi” dell’incipiente sessione figura senz’altro il finanziamento della tredicesima mensilità AVS approvata in votazione popolare. Se tutti sono d’accordo di versarla una volta l’anno dal dicembre 2026, rimane in sospeso la questione del finanziamento. Il Consiglio federale punta a un aumento dell’IVA di 0,7 punti percentuali, ma la commissione preparatoria del Consiglio degli Stati pensa a un sistema misto che contempli anche un incremento dei contributi salariali.

Questi ultimi, stando al piano messo a punto in commissione, verrebbero aumentati di 0,4 punti a partire dal 1° gennaio 2028, con una contemporanea riduzione dei contributi all’assicurazione contro la disoccupazione di 0,2 punti. L’aumento effettivo netto sarà quindi di 0,2 punti: 0,1 per i datori di lavoro e 0,1 per i dipendenti.

Parallelamente si suggerisce un aumento dell’IVA di massimo un punto percentuale, suddiviso in due fasi. Il primo, immediato, di 0,5 punti, servirà a finanziare la tredicesima AVS, mentre il secondo è previsto per finanziare un’eventuale soppressione o incremento del tetto massimo delle rendite per i coniugi (oggi fissato al 150%), come richiesto da un’iniziativa popolare del Centro.

Congedo parentale

Sempre in ambito sociale, il Consiglio nazionale dovrà decidere se sostenere o meno l’idea di un congedo parentale a livello federale. Dopo il via libera della Commissione preparatoria degli Stati, anche quella del Nazionale si è espressa a favore approvando due iniziative presentate dai Cantoni Ginevra e Giura che propongono una soluzione al passo coi tempi.

La Commissione crede che sia ormai giunto il momento di legiferare in materia, al fine di tenere conto dell’evoluzione della società e di favorire la parità di genere nonché la conciliabilità tra vita familiare e professionale. La formulazione generale e aperta proposta dalle due iniziative cantonali offre il margine di manovra necessario per elaborare una proposta pragmatica, sostenibile e in grado di raccogliere una maggioranza politica. Se il plenum dovesse dare il proprio benestare, le iniziative saranno riassegnate a una delle due commissione per la preparazione di un progetto di atto normativo.

Salari minimi e CCL

La Camera del popolo dovrà anche affrontare un tema spinoso, ossia decidere se, in futuro, i contratti collettivi di lavoro (CCL) dovranno prevalere sulle leggi cantonali in materia di salari minimi, oggi in vigore a Ginevra, Neuchâtel, Giura, Basilea Città e Ticino.

La legge federale riguardante il conferimento del carattere obbligatorio generale al contratto collettivo di lavoro (LOCCL) dovrà stabilire se le disposizioni dei CCL che prevedono salari minimi inferiori a quelli fissati nelle leggi cantonali possono essere dichiarate di obbligatorietà generale.

A parere della commissione preparatoria, fissare salari minimi cantonali che prevalgono su quelli previsti nei CCL dichiarati di obbligatorietà generale rappresenta un intervento unilaterale che mette a repentaglio la tradizione del partenariato sociale.

Difesa…

Dopo la socialità, anche il settore della difesa darà parecchio filo da torcere al Parlamento. Affrontando il messaggio sull’esercito 2025, il Consiglio nazionale dovrà decidere se intende concedere un miliardi franchi supplementare all’esercito per l’acquisto di munizioni destinate ai sistemi di difesa terra-aria. Tale somma si aggiunge a crediti per 1,69 miliardi chiesti dal Consiglio federale col programma d’armamento per l’acquisto, in particolare di nuovi veicoli blindati.

Sempre in materia di difesa, la Camera dei Cantoni dovrà invece stabilire come allentare le attuali norme riguardanti l’esportazione di materiale bellico. Mentre il Consiglio federale prevede una deroga limitata nel tempo, la commissione preparatoria vuole accettare le richieste di esportazione di alcuni Paesi, la maggior parte dei quali sono membri della NATO. Simili domande dovrebbero essere rifiutate in circostanze eccezionali e se gli interessi di politica estera o di sicurezza della Svizzera lo richiedono.

Una minoranza della commissione preparatoria propone invece di non entrare in materia sul progetto. A suo avviso, un allentamento della legge sul materiale bellico metterebbe fondamentalmente in discussione la neutralità della Svizzera.

… e neutralità

A tale proposito, i “senatori” dovrebbero bocciare l’iniziativa popolare lanciata da Pro Svizzera e da alcuni membri dell’UDC che chiede di iscrivere nella Costituzione federale una definizione di neutralità, esigendo che la Confederazione non aderisca ad alcuna alleanza militare o di difesa, salvo in caso di attacco diretto contro il Paese. Vuole inoltre che Berna rinunci a sanzioni nei confronti di Stati belligeranti, come ha fatto invece con la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.

Secondo la commissione, non bisogna cambiare la prassi in materia: applicare una neutralità flessibile, nel quadro delle disposizioni del diritto internazionale vigente, è fondamentale soprattutto nell’attuale contesto globale. Iscrivere nella Costituzione una definizione rigida di neutralità non è nell’interesse della Svizzera e ridurrebbe il margine di manovra in materia di politica estera.

Una minoranza della commissione è invece dell’opinione che sia necessario definire la neutralità nella Costituzione federale, poiché ciò conferirebbe a questo concetto una legittimità più stabile e renderebbe la Svizzera più affidabile a livello internazionale.

Canone a 200 franchi?

Passando ai media, la Camera del popolo dovrà esprimersi sull’iniziativa popolare presentata dall’UDC, dall’Unione svizzera delle arti e mestieri e dai Giovani PLR che chiede di limitare il canone radio-tivù 200 franchi l’anno dagli attuali 335 franchi.

La commissione preparatoria ha tentato di presentare un controprogetto all’iniziativa, venendo tuttavia sempre sconfessata dal Consiglio degli Stati. La Camera del popolo dovrà quindi accontentarsi di dire “si” o “no” all’iniziativa. Dal canto suo, il Consiglio federale propone di ridurre a tappe il canone, mediante una modifica di ordinanza, per portalo a 300 franchi entro il 2029.

Sempre in tema di media, gli Stati dovranno invece decidere se sostenere maggiormente col canone radio-tivù le stazioni radio e televisive locali, così come le agenzie di stampa.

Pubblicità tabacco

Durante questa sessione, dovrebbe concludersi l’iter parlamentare riguardante l’applicazione dell’iniziativa popolare che chiede il divieto di pubblicità per sigari e sigarette.

Le Camere dovranno in particolare decidere se consentire la réclame nelle pagine interne di alcuni giornali e prevedere eccezioni per la sponsorizzazioni.

Adozioni internazionali e servizio civile

Oltre ai prodotti a base di tabacco, tema sul quale si accapigliano le due Camere da diverse sessioni, il parlamento dovrà occuparsi anche della raccolta elettroniche delle firme per le iniziative e di una mozione che chiede al Consiglio federale di fare marcia indietro sul divieto di adozione internazionale.

In agenda anche un progetto che vorrebbe limitare l’accesso al servizio civile e il divieto delle sigarette elettroniche monouso.

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