Due terzi dei giornalisti vittime di aggressioni in Svizzera
Secondo un'indagine della ZHAW, quasi due terzi delle giornaliste e dei giornalisti svizzeri hanno subìto ostilità, incluse molestie sessuali e minacce digitali, durante il loro lavoro nel 2024, portando a una richiesta di maggiori programmi di sostegno per la categoria.
Quasi due terzi dei giornalisti e delle giornaliste in Svizzera sono stati vittime di commenti o gesti ostili durante il loro lavoro nel 2024. L’11% è stato addirittura molestato sessualmente. È quanto emerge da un’indagine condotta dalla Scuola universitaria professionale di scienze applicate di Zurigo (ZHAW) condotta tra febbraio e aprile 2025 su 6’000 giornalisti/e e loro dirigenti contattati via e-mail o su Linkedin. Dal campione finale delle risposte risultano 1’751 persone intervistate.
Complessivamente sei professionisti/e su dieci hanno dichiarato di essere stati/e oggetto di commenti offensivi e insulti lo scorso anno. Nel 45% dei casi, questi erano rivolti al giornalismo e ai e alle rappresentanti dei media in generale o al datore di lavoro della persona in particolare. Nel 20% dei casi, il redattore è stato attaccato per la sua etnia o il suo sesso.
L’11% delle giornaliste e dei giornalisti ha subìto molestie sessuali. Queste sono state verbali nell’81% dei casi e fisiche nel 19%. I più colpiti dagli attacchi sono i professionisti e le professioniste che svolgono attività d’inchiesta. Queste persone mettono in luce in particolare irregolarità, abusi o disfunzioni e combattono la disinformazione.
Minacce in forma digitale
Anche in Svizzera i giornalisti e le giornaliste sono talvolta oggetto di minacce. Le forme più frequenti sono gli incitamenti all’odio e le minacce di denuncia penale. Un quarto delle persone che lavorano nei media è stato minacciato di denuncia.
La maggior parte delle vittime ha ricevuto intimidazioni in forma digitale. Il 17% le ha ricevute sul posto di lavoro tramite attacchi informatici, phishing o e-mail contraffatte.
Le persone aggredite segnalano un aumento del rischio di burnout e stress psicologico. La ZHAW invita quindi i gruppi editoriali e le associazioni di categoria a mettere in atto programmi di sostegno e protezione. Li esorta inoltre a offrire servizi di consulenza facilmente accessibili. Secondo la scuola universitaria professionale, l’argomento dev’essere affrontato anche durante la formazione e la formazione continua.
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