Tra le varie attività, c'è anche chi si occupa di fare attraversare le strade a rane e rospi in tutta sicurezza.
Keystone / Michael Buholzer
In Svizzera, il volontariato coinvolge una larga parte della popolazione, con differenze di genere nei ruoli e nelle attività, e si conferma una pratica stabile nel tempo, tanto da posizionare il Paese ai vertici europei per impegno civico.
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Keystone-ATS
Due terzi della popolazione svizzera si dedica a varie forme di volontariato. Secondo uno studio, gli uomini sono più spesso coinvolti in associazioni o ricoprono posizioni ufficiali, mentre le donne rappresentano la maggioranza di coloro che svolgono attività di assistenza.
La partecipazione al volontariato è rimasta sorprendentemente stabile nel tempo, si legge nell’indagine, divulgata lunedì dalla Società svizzera di utilità pubblica (SSUP). Durante la pandemia di Covid-19, il coinvolgimento è diminuito, ma la situazione è tornata alla normalità nel corso degli anni successivi.
Nel dettaglio, il 41% di chi ha almeno 15 anni ha svolto attività di volontariato in organizzazioni o associazioni nel corso di un anno (“volontariato formale”). A contare il maggior numero di aderenti sono gli enti sportivi, del tempo libero o culturali (17% del totale).
Uomini più pagati delle donne
Nel 48% dei casi, le persone non hanno ricevuto alcun compenso economico. Il 33% delle volte invece gli oneri sono stati coperti. Il 19% restante ha incassato una rimunerazione superiore al semplice rimborso spese. Gli uomini (18,80 franchi) hanno ottenuto in media quasi cinque franchi in più all’ora rispetto alle donne (13,90 franchi).
Al di fuori delle associazioni, il 51% degli svizzeri e delle svizzere s’impegna in attività di volontariato (“volontariato informale”). Viene preso in considerazione solo l’aiuto a persone che non vivono nella stessa famiglia, come mansioni di supporto e cura.
Secondo il rapporto, le donne (56%) svolgono questo tipo di lavoro in misura significativamente maggiore rispetto agli uomini (46%). Ciò è particolarmente evidente nei settori della custodia dei bambini, dell’assistenza agli anziani, ai malati e alle persone con disabilità. Le differenze fra i due sessi si stanno tuttavia riducendo, precisano gli autori.
Le motivazioni per chi decide di assumersi tali responsabilità variano a seconda del campo d’azione. Ad esempio, nel volontariato informale prevale il desiderio di aiutare gli altri. In quello formale, il fattore divertimento è fondamentale.
Nel complesso, chi fa volontariato si dice soddisfatto della propria funzione, in particolare nei gruppi di sostegno, nelle associazioni culturali e nelle organizzazioni religiose, sociali e caritatevoli. È invece un po’ meno appagato chi riveste ruoli politici e pubblici.
Nel confronto internazionale, la Confederazione si distingue per l’elevato livello d’impegno volontario. È infatti la nazione leader in Europa sia per quello formale che per quello informale.
Per stilare il rapporto sono state interrogate circa 5’000 persone di età pari o superiore a 15 anni tra marzo e giugno 2024. Questo barometro è stato pubblicato per la prima volta nel 2007 e ha cadenza quinquennale.
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