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La sanità svizzera rimarrà una delle più costose al mondo

persona prende la carta della cassa malati dal portafogli
Le due iniziative sui costi della sanità non hanno convinto l'elettorato che ha respinto entrambi gli oggetti. Keystone / Christian Beutler

Il popolo svizzero ha respinto le due iniziative per limitare i costi della sanità. Le proposte del Partito socialista e del Centro non hanno fatto breccia nell’elettorato, nonostante l’aumento crescente dei premi della cassa malati.

Le svizzere e gli svizzeri hanno deciso di respingere le due iniziative per i costi della sanità. Il “no” ha raggiunto il 55,5% per l’iniziativa del Partito socialista (PS) per premi meno onerosi e il 62,8% per quella del Centro volta a mettere un freno ai costi sanitari.

È ciò che emerge dai risultati definitivi pubblicati dall’istituto demoscopico gfs.bern. Non è una sorpresa: la tendenza verso il “no” era stata chiaramente evidenziata anche prima delle elezioni.

Ma il rifiuto è più netto di quanto i sondaggi facessero presagire, ha dichiarato il politologo di gfs.bern Lukas Golder alla televisione svizzera SRF.

Il PS e il Centro non sono quindi riusciti a convincere il popolo delle loro soluzioni al problema dell’aumento dei costi sanitari, che ormai da tempo domina il dibattito pubblico in Svizzera.

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Il divario in Svizzera sulle iniziative

Il consenso alle due iniziative è stato più forte nella Svizzera francofona e nella Svizzera italofona, mentre la Svizzera germanofona si è dimostrata scettica. Ciò ha evidenziato una divisione netta tra le aree linguistiche e culturali detta “Röstigraben”.

In Ticino, la proposta del PS è stata accolta con il 57,5% dei voti. Anche la Svizzera romanda e Basilea Città si sono espressi favorevolmente all’iniziativa per premi meno onerosi. Tutti gli altri Cantoni hanno respinto il testo.

L’iniziativa del Centro ha convinto ancora meno di quella del PS. Il Ticino l’ha accettata di stretta misura, così come la maggior parte dei Cantoni francofoni, a eccezione di Vaud, dove la ricetta centrista è stata fermamente respinta.

Nei sondaggi pre-voto, la diaspora all’estero si era espressa invece in modo piuttosto favorevole a entrambi gli oggetti, anche se il “campo del “no” aveva preso rapidamente piede durante la campagna elettorale.

Perché due “no”?

Tra le preoccupazioni più comuni delle elettrici e degli elettori rispetto alla proposta del PS, vi erano la modalità di finanziamento delle misure e il timore di un ulteriore aumento delle tasse per le famiglie. Le persone scettiche, infatti, affermavano che l’iniziativa non risolveva il problema della crescita dei costi sanitari.

Le critiche maggiori all’iniziativa del Centro, invece, riguardavano la possibile pericolosità di una misura volta a legare le spese sanitarie all’evoluzione dell’economia, senza tenere conto di altri fattori che fanno aumentare i costi, come l’invecchiamento della popolazione e i progressi della medicina.

Il rischio, secondo le parti più critiche, era che certe prestazioni più costose non venissero più finanziate. Ciò avrebbe potuto creare un divario tra chi ha le risorse per pagare di tasca proprie le cure e chi non ce le ha.

La Svizzera ha uno dei sistemi sanitari più costosi al mondo. Tali costi vanno a pesare direttamente sui portafogli della popolazione, che ogni anno si ritrova a pagare premi dell’assicurazione malattia più cari. Con l’iniziativa “Al massimo il 10% del reddito per i premi delle casse malati”, il PS voleva mettere un tetto massimo ai costi sanitari individuali, versando sussidi alle persone nel caso in cui i premi superino il 10% del loro reddito.

I sussidi sarebbero stati finanziati almeno per i due terzi dalla Confederazione e per un terzo dai Cantoni. In questo modo, una manager nel settore bancario non avrebbe pagato più la stessa cifra di una commessa in un negozio com’è stato finora.

Il Centro ha puntato invece a lottare contro l’aumento incessante delle spese sanitarie e rendere così i premi meno costosi per i e le pazienti. L’iniziativa denominata “Per premi più bassi – Freno ai costi nel settore sanitario” chiedeva di creare un meccanismo per legare i costi dell’assicurazione sanitaria all’evoluzione dell’economia e dei salari.

Mentre i premi della cassa malati sono cresciuti del 31% negli ultimi dieci anni, i salari hanno visto un incremento pari solo al 6%. Per limitare questo divario, il testo del Centro proponeva che la Confederazione e i Cantoni intervenissero per contenere l’aumento dei costi, qualora questi fossero stati superiori del 20% rispetto ai salari.

Il PS annuncia una nuova iniziativa, il Centro è soddisfatto

Il PS ha ammesso la sconfitta odierna ma ha già comunicato che lancerà all’inizio del 2025 una nuova iniziativa per una cassa malati unica. “La pseudo-competizione costosa e inefficiente tra le assicurazioni sanitarie private, che è in parte responsabile dell’esplosione dei premi, deve essere fermata ora”, ha dichiarato la consigliera nazionale e co-presidente del gruppo parlamentare del PS Samira Marti (Basilea Campagna).

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L’Unione sindacale svizzera (USS) ha chiesto quindi una rapida attuazione del controprogetto e ha annunciato che si batterà affinché i premi siano limitati al 10% in tutti i cantoni che hanno accettato l’iniziativa.

Il Presidente del Centro Gerhard Pfister si è invece detto soddisfatto per il fatto che oltre il 37% dell’elettorato abbia approvato la sua iniziativa. Si tratta di una percentuale più del doppio superiore alla forza elettorale del partito. Secondo il Centro, il segnale è chiaro: la popolazione si aspetta misure rapide.

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“Successo per la classe media”

Il campo contrario alle due iniziative ritiene che il risultato sia una scelta responsabile. “Gli svizzeri e le svizzere sono preoccupati per i costi della sanità, ma tengono anche a un sistema di alta qualità, non a un sistema a due velocità”, ha dichiarato il consigliere nazionale e co-presidente del comitato per il doppio “no”, Cyril Aellen (Partito liberale radicale, Ginevra). “Oggi, con il controprogetto sul tavolo, dobbiamo dare prova di discernimento e responsabilità”, ha aggiunto.

La consigliera nazionale Regine Sauter (Partito liberale radicale, Zurigo), membro della Commissione della sicurezza sociale e della sanità (CSSS-N), sostiene che questa era la ricetta sbagliata. “Con conseguenze che ammontano a miliardi, l’iniziativa si è limitata a combattere i sintomi”, ha detto. Sauter si è detta soddisfatta del netto “no” e ha parlato di “successo per la classe media”.

La collega bernese del Partito verde-liberale Melanie Mettler, anch’essa membro della CSSS-N, è consapevole che i premi della cassa malati rappresentano un onere crescente per molte famiglie e ha affermato che il suo partito vuole affrontare alla radice lo sviluppo dei costi sanitari.

“Dobbiamo ora fare in modo di adottare le misure che sono note da tempo e che possono essere attuate concretamente per ridurre i doppioni e i falsi incentivi nell’assistenza sanitaria e fermare così l’aumento dei premi”.

Le controproposte di Governo e Parlamento saranno adottate

Governo e Parlamento hanno elaborato due controprogetti indiretti Collegamento esternoche, se non contestati tramite referendum, entreranno in vigore automaticamente, andando a modificare la Legge federale sull’assicurazione malattia (LAMal)Collegamento esterno.

La risposta all’iniziativa del PS prevede che i Cantoni versino più sussidi – rispetto a quelli già erogati alle persone bisognose – per contribuire alla riduzione dei premi se i costi sanitari dovessero aumentare.

Il contributo cantonale oscillerebbe dal 3,5 al 7,5% dei premi dell’assicurazione obbligatoria. Ciò inciterebbe i Cantoni a frenare l’aumento dei costi sanitari, secondo Governo e Parlamento.

Il controprogetto all’iniziative del Centro, invece, vuole che Cantoni e Confederazione definiscano degli obiettivi per contenere i costi sanitari, fissando ogni quattro anni un tetto alla crescita massima delle spese sanitarie.

In questo modo, Cantoni e partner tariffari avrebbero l’interesse di limitare i costi e si creerebbe trasparenza, ritengono Governo e Parlamento.

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