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Dramma di Montreux, fu suicidio collettivo

Polizia e ambuanza sul luogo della tragedia a Montreux.
Il suicidio era stato pianificato, organizzato e persino "provato", tanto che era addirittura definito l'ordine in cui i cinque hanno saltato nell'arco di pochi minuti. © Keystone / Cyril Zingaro

Il 24 marzo del 2022, cinque persone si gettarono dal settimo piano di una palazzina di Montreux. Quattro morirono mentre una si salvò. L'indagine penale ha concluso che il suicidio è stato premeditato. Il giovane sopravvissuto si è nel frattempo ripreso dalle ferite riportate.

Il comunicato pubblicato martedì traccia un ritratto dettagliato della famiglia – padre, madre, sorella gemella di quest’ultima, la figlia di 8 anni e il figlio di 15 – e delinea i contorni dei preparativi che hanno condotto al tragico gesto, studiato in ogni minimo dettaglio.

I cinque, cittadini francesi, vivevano in autarchia con grandi scorte in casa e uscivano raramente se si esclude una delle due donne, che lavorava come oftalmologa. Anche i bambini erano scolarizzati a domicilio e proprio l’arrivo di gendarmi per questo motivo ha fatto scattare quel giorno un piano già preparato da tempo. La madre e la sorella, personalità dominanti del gruppo, hanno avuto un ruolo importante nell’accaduto, secondo gli inquirenti.

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Il suicidio – come detto – era stato pianificato, organizzato e persino “provato”, tanto che era addirittura definito l’ordine in cui i cinque hanno saltato nell’arco di pochi minuti e con la polizia alla porta: prima la sorella della madre, poi la madre, quindi la bambina e il figlio adolescente e infine il padre.

Il tutto nella convinzione religiosa di “partire verso un mondo migliore”, mentre quello in cui vivevano era ritenuto ostile e la famiglia manifestava una grande sfiducia nei confronti dello Stato.

Non sono state trovate tracce di lotta, né altre lesioni se non quelle dovute alla caduta, e neppure droghe nel sangue delle vittime. L’intervento di altre persone è escluso.

Il procuratore incaricato del caso ha emesso l’avviso di chiusura il 20 marzo. Si tratta di un passo preliminare all’ordine di chiusura del caso. Le indagini hanno compreso esami forensi, la perquisizione dell’appartamento e dell’auto della famiglia, nonché dell’abitazione della sorella gemella della moglie, lo studio dei dati digitali contenuti nei dispositivi della famiglia e le immagini di una telecamera di sorveglianza del Casinò di Montreux. Sono stati interrogati diversi testimoni del vicinato, colleghi e familiari residenti all’estero.

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