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Divario generazionale per la 13esima rendita di pensione

due anziani
Quasi quattro persone pensionate su cinque hanno detto sì all'iniziativa. KEYSTONE

L’iniziativa per introdurre una 13esima rendita AVS all’anno, accettata domenica dal 58,2% dell’elettorato svizzero, è stata sostenuta solo dal 40% delle persone di età inferiore ai 34 anni.

A favore della 13esima rendita AVS (Assicurazione vecchiaia e superstiti, il primo pilastro del sistema pensionistico svizzero) si sono espresse soprattutto le persone con un reddito basso e chi ha più di 65 anni. È quanto emerge dal sondaggio post-elettorale pubblicato lunedì dai titoli del gruppo Tamedia e dal gratuito 20 Minuten.

A far pendere l’ago della bilancia sono infatti state le persone pensionate. Dall’inchiesta è emerso che il 78% di loro si è detto favorevole all’iniziativa lanciata dai sindacati. Tra gli aventi diritto di voto appartenenti alla fascia di età tra 50 e i 64 anni, il consenso è stato del 68%. Mentre tra chi ha meno di 34 anni, la quota di “sì” è stata solo del 40%.

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L’indagine mostra inoltre che a differenza di altre votazioni, questa volta non si sono registrate divergenze significative tra i generi né tanto meno il classico spaccamento tra città e campagna. Il 59% degli uomini si espresso a favore dell’iniziativa, mentre le donne che hanno votato “sì” sono state il 57%. Nelle aree urbane il consenso è stato del 61% e in quelle rurali e negli agglomerati del 57%.

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Età, ma non solo

L’età non è stato l’unico fattore determinante per la riuscita dell’iniziativa. Le persone che si sono espresse a favore della 13esima AVS sono state soprattutto quelle che della rendita pensionistica, a fine mese, vedono ben poco. Più di due terzi (69%) dei votanti che percepiscono un reddito inferiore ai 4’000 franchi hanno votato “sì”. Le famiglie più agiate (oltre 16’000 franchi mensili) hanno per contro respinto l’iniziativa con il 61%.

Le reazioni sui giornali elvetici all’indomani del voto:

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Una differenza tra favorevoli e contrari, secondo il sondaggio, si riflette anche nei livelli di istruzione: il 52% degli aventi diritto di voto che ha conseguito l’università o una scuola universitaria professionale ha respinto l’iniziativa, mentre il consenso tra coloro che hanno frequento solo le scuole dell’obbligo è stato del 69%.

Se si considera la fede politica invece, la percentuale dei “sì” è stata più alta tra gli elettori che si riconoscono nei partiti di sinistra (Partito socialista 82%, Verdi 70%). Tuttavia, per quanto riguarda questa storica iniziativa, il sondaggio lascia trasparire una netta spaccatura nell’elettorato dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), che ha approvato l’iniziativa dell’Unione sindacale svizzera (USS) con il 55%. Anche gli elettori del Centro si sono espressi in modo contrastato sulla questione (49% “sì”, 51% “no”). I principali oppositori dell’iniziativa sono invece risultati i sostenitori del Partito liberale radicale (62% contrari) e dei Verdi liberali (65% di no).

Al sondaggio hanno partecipato 30’384 persone provenienti da tutta la Svizzera. Il margine di errore è di 1,6 punti percentuali.

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