Terrorismo, verso misure di polizia più incisive
Dopo un acceso dibattito il Consiglio nazionale (la "Camera bassa" del Parlamento elvetico) ha approvato il progetto governativo per il rafforzamento dell'arsenale di misure anti-terrorismo.
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Inasprite le norme contro il terrorismo
Si tratta del secondo pacchetto di misure anti-terroristiche. Il primo è stato approvato dalla Camera del popolo martedì (vedi articolo a lato). Questa seconda serie, che riguarda misure di polizia preventive, è stata accettata per 111 voti a 86.
Il nuovo arsenale legislativo prende di mira gli individui considerati una minaccia ma che non possono essere perseguiti penalmente. Queste persone potranno essere obbligate a presentarsi presso un posto di polizia a orari determinati, a non lasciare la Svizzera, a non recarsi in determinati luoghi o incontrare determinate persone. Dopo approvazione del giudice potrebbero essere messe agli arresti domiciliari.
Durante il dibattito sono emerse le questioni fondamentali della libertà e del rispetto dei diritti umani. Fino a che punto ci si può spingere per prevenire il terrorismo?
La sinistra e i verdi liberali si sono opposti al progetto e hanno tentato di introdurre delle clausole di salvaguardia alla legge che considerano vaga, imprecisa e contraria ai diritti umani. “Quante libertà siamo pronti a sacrificare per il sentimento di sicurezza?”, ha chiesto la parlamentare Katja Christ (Verdi liberali).
Per la destra, invece, bisogna estinguere la minaccia terroristica che aumenta ovunque nel mondo da anni. Queste misure servono, secondo i sostenitori del progetto, a colmare le lacune che le esperienze pratiche hanno messo in luce. Certe regole potrebbero non piacere a tutti, ma bisogna agire, hanno affermato.
Niente detenzione
La possibilità di arresti domiciliari per persone potenzialmente pericolose è considerata particolarmente controversa. I deputati l’hanno approvata, con grande delusione della sinistra.
È stata però respinta la proposta della commissione della politica di sicurezza che voleva introdurre la detenzione preventiva. I liberali e la sinistra l’hanno affossata con 113 voti contro 78.
Questa misura è eccessiva e contraria alla Convenzione europea dei diritti umani, ha sottolineato la responsabile del Dipartimento di giustizia Karin Keller-Sutter, che ha difeso l’assegnazione al domicilio. Una misura, quest’ultima, che interverrebbe solo se altre, meno severe, non si rivelassero efficaci e solo dopo l’approvazione da parte di un giudice. Durerà tre mesi e potrà essere prolungata due volte.
Da 12 anni
Queste nuove misure di polizia saranno utilizzate a titolo sussidiario e in modo proporzionato, ha precisato la parlamentare liberale Jaqueline de Quattro a nome della commissione.
Potranno riguardare anche persone a partire dall’età di 12 anni, con l’eccezione degli arresti domiciliari, possibili solo dai 15.
“È una triste realtà che i bambini sono utilizzati da gruppi terroristici”, ha dichiarato Jean-Luc Addor (UDC, destra conservatrice).
Sinistra e Verdi liberali volevano alzare il limite d’età a 14 anni rispettivamente 18 per i domiciliari. “Un bambino che rischia la radicalizzazione ha bisogno di tutt’altro che di essere stigmatizzato”, ha detto Léonore Porchet (Verdi).
“Anche i minori possono radicalizzarsi”, ha detto Keller-Sutter, Nel diritto penale delle sanzioni sono già previste dai 10 anni. In ogni caso, ha sottolineato la ministra, sarà sempre messo in promo piano il bene del bambino e saranno utilizzate prioritariamente misure educative.
Il dossier torna ora al Consiglio degli Stati (la “Camera Alta”).
Nel prossimo servizio, andato in onda durante i dibattiti, due opinioni a confronto:
tvsvizzera-it/Zz/ats con RSI (TG dl 19.06.2020)
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