Berna sospende il rinvio in Italia dei migranti vulnerabili
La Svizzera non può più rinviare famiglie e migranti in condizioni di salute precarie in Italia, secondo quanto ha stabilito il Tribunale amministrativo federale (Taf) per il quale le autorità italiane devono fornire specifiche garanzie personali per questi soggetti prima del loro trasferimento.
Per la corte federale di San Gallo il Decreto Sicurezza, emanato l'anno scorso su iniziativa dell'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini, ha modificato sensibilmente il sistema d'accoglienza dei profughi nel paese.
In particolare, i richiedenti asilo, compresi i cosiddetti casi Dublino, in base alle nuove norme vengono alloggiati unicamente in grandi centri pubblici o in strutture d'emergenza provvisorie mentre prima venivano distribuiti in piccole istituti decentrati che offrivano strumenti di integrazione e una presa a carico adeguata ai migranti particolarmente vulnerabili, come le famiglie e gli ammalati.
Nella sentenza pubblicata venerdì il Taf sostiene quindi che il sistema italiano prefiguri ostacoli suscettibili di vanificare l'accesso dei richiedenti alla procedura d'asilo e alle prestazioni dell'accoglienza. Inoltre, sottolinea sempre la corte federale, gli standard di queste strutture variano notevolmente da regione a regione e, in generale, le condizioni di alloggiamento si sono deteriorate in questi mesi, soprattutto per alcune categorie di stranieri.
Questo non significa che nella vicina Repubblica vi siano violazioni sistematiche della procedura dell'asilo ma, ciononostante, sono legittime le restrizioni al trasferimento di famiglie e persone con problemi di salute dalla Confederazione all'Italia finché non vengano fornite da Roma idonee garanzie.
La Segreteria di Stato alla migrazione (Sem) stima che un quarto dei migranti rinviati in Italia in base all'accordo di Dublino (l'anno scorso sono stati 610) siano toccati dalla decisione del Tribunale amministrativo federale. Per queste persone la procedura di trasferimento resta quindi sospesa.
Da parte sua l'Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (Osar) aveva già espresso la necessità, dopo l'approvazione dei due decreti sicurezza, di esaminare nella Confederazione i casi riguardanti migranti vulnerabili destinati ad essere trasferiti in Italia poiché in quel paese, secondo il suo parere, sono esposti a grandi rischi e i loro diritti non sono garantiti.
Attualmente, ha fatto sapere la Segreteria di Stato alla migrazione, Berna rinuncia in base alla giurisprudenza vigente ai rinvii di migranti verso la Grecia e l'Ungheria. Lo stesso regolamento di Dublino prevede che uno Stato possa esaminare una pratica di competenza di un altro paese quando ricorrano motivi umanitari e compassionevoli (clausola di sovranità).
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