Direzione sviluppo e cooperazione: lo stop degli aiuti USA è “un vero terremoto”
Patricia Danzi, responsabile della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC).
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La decisione degli USA di sospendere per 90 giorni i programmi di assistenza all'estero ha ripercussioni di portata vastissima.
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Secondo Patricia Danzi, responsabile della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) la sospensione degli aiuti statunitensi è “un vero e proprio terremoto”. “L’improvviso congelamento dei finanziamenti avrà un impatto duraturo sull’aiuto umanitario, sulla cooperazione allo sviluppo e sul multilateralismo”, ha dichiarato la numero uno della DSC in un’intervista pubblicata da diverse testate della Svizzera francese.
Nella Confederazione i primi risvolti non si sono fatti attendere. Numerosi partner hanno infatti già chiesto alla DSC di devolvere fondi supplementari per compensare almeno in parte lo stop di Washington. “Tuttavia, anche noi siamo sottoposti a una notevole pressione in termini di bilancio, per cui un aumento dell’aiuto svizzero non è realistico”, ha sottolineato Danzi.
USAID fornisce il 42% degli aiuti globali
Con un budget di 42,8 miliardi di dollari, l’agenzia di sviluppo statunitense USAID fornisce circa il 42% dei finanziamenti globali. “Sono cifre ingenti. Né la Svizzera né altri attori sono in grado di compensare completamente una simile perdita di fondi”, spiega la 56enne con studi in economia agraria, geografia e scienze ambientali.
La DSC sta attualmente valutando quali progetti – cofinanziati con fondi statunitensi – possono essere comunque portati avanti. “Stiamo facendo progressi giorno dopo giorno, ma è possibile che alcuni programmi debbano essere interrotti”, ha aggiunto la direttrice.
C’è ancora molta incertezza, poiché dagli Stati Uniti giungono tuttora molti interrogativi. Ma di una cosa Danzi è certa: la riforma degli aiuti umanitari avrà ripercussioni di vasta portata. Ciò riguarda non solo gli obiettivi delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, ma anche i progetti di sviluppo a lungo termine, e coinvolge sia la Ginevra internazionale che le ONG svizzere.
Secondo Danzi – che ha rappresentato la Svizzera pure nell’atletica leggera ai Giochi olimpici estivi del 1996 – una brusca interruzione degli aiuti statunitensi potrebbe costare vite umane. “Qualora le distribuzioni di cibo venissero soppresse, se i medicinali non potessero essere consegnati o le cure mediche non potessero essere effettuate in tempi di crisi, ciò porterebbe inevitabilmente a decessi”, mette in guardia la madre di due figli. In alcuni Paesi i programmi umanitari dipendono fino al 60% da dagli aiuti di Washington.
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