Si fa meno marcata la carenza di manodopera qualificata in Svizzera
Secondo uno studio, la carenza di manodopera qualificata in Svizzera è calata per il secondo anno di fila, avvicinandosi ai livelli pre-pandemia a causa di una diminuzione dei posti vacanti e di un aumento dei candidati, con un calo particolarmente marcato nei settori amministrativo e informatico.
Per il secondo anno consecutivo nel 2025 è calata la carenza di manodopera qualificata nella Confederazione. Lo rivela uno studio del gruppo Adecco Svizzera e del Servizio di monitoraggio del mercato del lavoro svizzero dell’Università di Zurigo, pubblicato giovedì.
L’indice, che misura la penuria di personale specializzato, risulta inferiore di circa il 22% rispetto al 2024, avvicinandosi ai livelli precedenti alla pandemia di coronavirus. Se la domanda di personale qualificato rimane particolarmente elevata nei settori sanità, edilizia e tecnologia, si osserva invece un calo nelle professioni amministrative, informatiche e finanziarie.
La riduzione della carenza si spiega da un lato con il calo del numero di posti vacanti (-8%) e dall’altro con l’aumento delle e dei candidati in cerca d’impiego (+17%). Il tasso di disoccupazione è infatti salito dal 2,3% del 2024 al 2,8% di quest’anno.
Resta alta la domanda nel settore sanitario
Più in dettaglio, nel comparto sanitario, dove la domanda resta alta, la mancanza di personale qualificato continua a essere particolarmente evidente tra gli specialisti della salute – medici, infermieri e farmacisti – a causa dell’invecchiamento della popolazione e del crescente fabbisogno di cure.
Seguono i capicantiere, i capisquadra e i responsabili di produzione, molto richiesti grazie ai portafogli ordini ancora robusti. Seguono gli ingegneri – nonostante le difficoltà dell’industria MEM – e gli elettricisti. In tutte queste professioni, tuttavia, la penuria risulta in calo rispetto all’anno precedente, sottolinea lo studio.
La mancanza di personale qualificato si fa invece meno sentire tra gli impiegati amministrativi e commerciali, così come nelle professioni legate alle tecnologie dell’informazione, della comunicazione e dell’informatica: in questi ambiti il calo è definito “significativo”.
“Questi gruppi sono considerati particolarmente esposti all’intelligenza artificiale”, osserva lo studio. “L’uso crescente dell’IA sta già trasformando il mondo del lavoro: le professioni più esposte all’IA registrano meno offerte d’impiego e un tasso di disoccupazione più elevato”, afferma Marcel Keller, presidente di Adecco Svizzera, citato nel comunicato.
A livello regionale, la carenza di manodopera è diminuita soprattutto nella Svizzera tedesca (-23%), mentre il calo nella Svizzera latina è stato del 17%.
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