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Ticino, una decina di giovani accusati di pornografia

Gli inquirenti ticinesi hanno identificato una decina di giovani responsabili di aver diffuso sul web  delle immagini e filmati spinti di diverse ragazze, anche minorenni, residenti nel cantone. Immagini intime e private che sono finite alla mercé di chiunque assieme al nome e al cognome delle stesse  ragazze. 

Questo contenuto è stato pubblicato il 17 gennaio 2018 minuti
tvsvizzera.it/Zz con RSI (RSI News e TG del 17.01.2017)
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Le autorità cantonali hanno comunicato di aver individuato una decina di responsabili, dei giovani residenti in Ticino che dovranno ora rispondere a del reato di pornografia con diversi gradi di responsabilità.

L'inchiesta era iniziata due anni fa e ha richiesto anche delle collaborazioni internazionali dato che i server di immagazzinamento dati come quello utilizzato, hanno generalmente base all'estero. 

"La Bibbia"

Tutto era cominciato nel 2016 quando era emerso che immagini e video privati di ragazze erano stati immagazzinati in una cartella chiamata "La Bibbia" sulla piattaforma di condivisione Dropbox, ed erano accessibili in rete a chiunque attraverso un link che circolava su WhatsApp.

Questo link originale è stato bloccato dalle autorità, ma ne sono stati creati di nuovi, le immagini hanno continuato a circolare e "La Bibbia" ha continuato a ingrandirsi. 

Come spiegato in un reportage speciale su questo tema di RSI NewsLink esterno, il link per accedervi circolavano prevalentemente in Italia – all’interno di determinati gruppi sui social media, come anche su blog e siti – ma è giunto anche in Ticino.

Le autorità cantonali hanno sottolineato mercoledì i rischi legati al cosiddetto "sexting" e hanno ricordato che scambiarsi immagini private e compromettenti di ragazze all'insaputa di queste ultime può avere pesanti conseguenze penali.

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