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Destinati a scomparire? Non più. Il grande ritorno dei pulsanti

persona prme pulsante in auto
Il futuro non è full touch screen. Keystone-SDA

C'è chi aveva previsto la loro scomparsa definitiva, ma è scattata l'ora della riscossa: i pulsanti stanno facendo un grande ritorno in ambito tecnologico.

È il potere del premere, fondamentale nella storia dell’umanità, afferma Rachel Plotnick, ricercatrice statunitense che sul tema ha scritto anche un libro.

“La tendenza non è sorprendente”, afferma la 41enne in dichiarazioni raccolte dal quotidiano Blick. Perché “dalle sveglie agli ascensori, i bottoni sono la colla che tiene insieme la nostra società”.

Quando nel 2007 è apparso il primo iPhone, alcuni hanno previsto la fine di tutti i pulsanti fisici: gli schermi tattili erano visti come il futuro. Ora però anche Tesla sembra ammettere la sconfitta: dopo anni di imposizioni tattili la casa automobilistica sta tornando ai pulsanti veri e propri. Pure nel modello di ID.2all di Volkswagen, che sarà lanciato il prossimo anno, ci sono di nuovo più bottoni da premere. E l’industria delle vetture non si muove da sola: i produttori di e-reader sono tornati ai tasti fisici per lo scorrimento, Apple sta lanciando un nuovo pulsante per la fotocamera con iPhone 16 e gli utenti di telefoni cellulari stanno persino acquistando custodie con vere tastiere.

“Decretare la morte del pulsante è stata molto un’esagerazione”, commenta l’autrice di Power Button: A History of Pleasure, Panic, and the Politics of Pushing (trad. “Il pulsante del potere: storia del piacere, del panico e della politica del premere”). Soprattutto per le automobili, la cosa appare chiara: “la gente vuole avere qualcosa da premere quando guida: è più sicuro e più veloce”. La studiosa ha comunque un approccio pragmatico. “Non si dovrebbe dire che i pulsanti sono buoni e i touchscreen sono cattivi, o viceversa: dipende dal contesto”.

Il fascino dell’uomo per i pulsanti risale a molto tempo fa: già alla fine del XIX secolo, Kodak pubblicizzava la sua azienda con lo slogan “Voi premete il pulsante, noi facciamo il resto”. La magia di premere un tasto funziona ancora oggi. “Molte persone spesso non capiscono cosa succede esattamente dietro un bottone: il mix di controllo e mistero è proprio ciò che rende la cosa così attraente”, spiega la docente all’Indiana University Bloomington negli Stati Uniti.

Un “sostegno psicologico” tangibile

A volte però la componente di mistero è del tutto fuori luogo, come nel caso di un defibrillatore, afferma la specialista che fornisce consulenza alle aziende sulle questioni relative ai pulsanti. “Molte persone esitano a premere il tasto di shock, anche se potrebbe salvare delle vite”. Il problema: la paura di fare qualcosa di sbagliato è spesso maggiore della volontà di aiutare. “È qui che il design deve rassicurare le persone e guidarle attraverso il processo”, afferma l’esperta.

La questione di chi ha il diritto di premere il pulsante può essere particolarmente esplosiva. “Prendiamo ad esempio il telecomando del televisore: chi ha il controllo? Il genere, l’età e il potere giocano un ruolo importante”. Il potere dei bottoni parte dal salotto, ma arriva pure al mitico tasto rosso per le armi nucleari.

A volte i pulsanti simulano solo il controllo. “Negli Stati Uniti, molti dei pulsanti dei semafori sono da tempo controllati dai computer. Ma non sono stati rimossi perché le persone hanno bisogno della sensazione di avere il controllo”, dice la ricercatrice. Negli ascensori ci sono “pulsanti-placebo” simili, per chiudere le porte.

Ma – si chiede la testata zurighese – cosa rende buono un tasto? “Deve fare appello a diversi sensi: produrre un clic, illuminarsi, essere percepibile”. Il suo bottone preferito? “Il pulsante di avviamento della mia auto, è graffiato perché lo premo spesso: c’è qualcosa di appagante nel dare vita alla grande macchina con la semplice pressione di un pulsante”.

Plotnick ritiene che anche le generazioni future non vorranno fare a meno di queste esperienze tattili. Il controllo vocale e la realtà virtuale non sostituiranno quindi il classico pulsante? “Noi esseri umani abbiamo un profondo bisogno di esperienze reali e tattili”, risponde l’esperta. “Non riesco a immaginare un universo senza pulsanti”, conclude.

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