I deputati dell’UDC Aeschi e Graber conservano l’immunità
I deputati Michael Graber (a sinistra) e Thomas Aeschi sono stati coinvolti in una zuffa a Palazzo federale lo scorso 12 giugno.
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L'immunità dei deputati dell'UDC Thomas Aeschi e Michael Graber non sarà soppressa dopo la zuffa dello scorso giugno a Palazzo federale durante la visita del presidente del Parlamento ucraino.
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La Commissione dell’immunità del Consiglio nazionale (CdI-N) ha deciso per 4 voti contro 3 e 2 astensioni di non sopprimere l’immunità dei due deputati democentristi (Unione democratica di centro, destra conservatrice) Thomas Aeschi (canton Zugo) e Michael Graber (canton Vallese), rimasti coinvolti in una zuffa a giugno a Palazzo federale.
Secondo il verbale d’impiego del Servizio federale di sicurezza (SFS), si legge in una nota dei servizi parlamentari, il 12 giugno 2024 i consiglieri nazionali Aeschi e Graber hanno provato a utilizzare la scala principale dell’edificio nel corso della visita di Ruslan Stefanchuk, contravvenendo così alle istruzioni degli assistenti di sicurezza. Quando questi ultimi li hanno fermati, è sorta una disputa che è culminata nell’uso della forza fisica e in uno scontro verbale.
Il 19 settembre il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha inoltrato la richiesta di soppressione dell’immunità per sospetto impedimento di atti dell’autorità. La commissione ha sentito i due diretti interessati il 18 novembre, ma ha poi optato per non pronunciarsi subito, in attesa del parere della Delegazione amministrativa (DA) del Parlamento.
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Essa ha riferito alla CdI-N di ritenere proporzionato il piano di sicurezza adottato per la visita di Stefanchuk e sufficiente la comunicazione al riguardo. La DA ha sottolineato inoltre che, a prescindere dalle circostanze, occorre seguire le indicazioni specifiche degli assistenti.
La commissione ha preso atto di tale parere mercoledì, evidenziando che i fatti si sono svolti all’interno di Palazzo federale e durante la sessione, quando Aeschi e Graber operavano nella loro veste di parlamentari. Considera pertanto che sussista un nesso diretto tra gli avvenimenti e tale attività ufficiale. È quindi entrata nel merito della domanda della procura federale.
In sede di dibattito, la richiesta è stata però come detto respinta. Stando al comunicato, la CdI-N non mette in discussione la facoltà degli assistenti di sicurezza di impartire istruzioni e conferma l’importanza che i deputati le seguano. Tuttavia, nel caso in questione, vi sono dubbi circa la chiarezza delle istruzioni fornite agli interessati nel momento decisivo. Secondo la prassi consolidata, l’immunità non va soppressa se la punibilità di un comportamento risulta dubbia o non è data, motiva la commissione.
In virtù di ciò, la maggioranza della commissione non ha ritenuto proporzionato togliere l’immunità ai due consiglieri nazionali democentristi e si è espressa a favore del suo mantenimento. La Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati non si è ancora pronunciata sull’argomento: la decisione sarà definitiva soltanto in caso di opinioni concordanti dei due organi.
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