Depositate due iniziative per frenare l’eolico

Due iniziative popolari con oltre 110'000 firme ciascuna sono state presentate dall’Associazione per la protezione della natura e la democrazia per limitare l’espansione dei parchi eolici, chiedendo di escludere le foreste come siti di installazione e di rafforzare il diritto dei Comuni a esprimersi sui progetti.
L’Associazione per la protezione della natura e la democrazia ha depositato oggi due iniziative per frenare l’espansione dei parchi eolici. Oltre 110’000 firme sono state raccolte per ogni testo.
Le due iniziative prendono di mira gli oltre 300 progetti di parchi eolici – e la relativa costruzione di oltre 1’000 turbine – la cui realizzazione, a parere dell’organizzazione, mette a rischio la protezione della natura e i diritti popolari.
L’iniziativa per la protezione delle foreste chiede che la natura sia protetta dall’installazione di eoliche nei boschi. Per ogni turbina installata, è necessario ripulire terreno per l’equivalente di un campo da calcio. “Abbattere spazi verdi per proteggere il clima è un nonsenso assoluto”, critica il comitato d’iniziativa.
Non un divieto
Migliaia di ettari di foreste e aree naturali rischiano di venire sacrificati a scapito della biodiversità. Il testo non vieta però l’installazione delle eoliche, ma chiede che siano pianificate e realizzate in luoghi diversi dalle foreste o dai pascoli boschivi.
L’iniziativa per la protezione dei Comuni domanda invece che tutti gli abitanti colpiti dalla costruzione di eoliche possano pronunciarsi democraticamente. La popolazione avrà così il diritto di difendere il proprio benessere e la propria qualità di vita, sottolinea il comitato.
Secondo gli iniziativisti, la Legge federale per un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili e la Legge federale concernente l’accelerazione della procedura di autorizzazione degli impianti a energia eolica, indeboliscono i diritti popolari poiché trasferiscono parte delle competenze riguardanti la pianificazione del territorio ai Cantoni, che potrebbero decidere di realizzare dei parchi eolici in barba ai Comuni.
Aggirare i Comuni genera frustrazione e indignazione fra gli abitanti, sottolinea l’associazione, mentre una procedura democratica rafforza la legittimità di un progetto.
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