Gli Stati vogliono proteggere meglio le immagini da manipolazioni
Il ticinese Fabio Regazzi.
Keystone-SDA
La Svizzera ha bisogno una strategia contro l’uso abusivo delle immagini, accordando particolare attenzione alla protezione dei bambini e dei giovani.
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Una mozione di Fabio Regazzi (Centro) adottata giovedì dal Consiglio degli Stati (Camera alta del Parlamento elvetico) per 36 voti a 9 chiede che le immagini siano meglio protette da manipolazioni. Il dossier va ora al Nazionale (Camera bassa).
Stando al ticinese, attualmente si fa tropo poco contro la produzione e l’utilizzo d’immagini false (deepfake), specie a sfondo pedopornografico, il tutto facilitato dall’intelligenza artificiale.
Le false foto di nudo o i video porno deepfake sono utilizzati per estorcere denaro o vere immagini sessualmente esplicite, ha spiegato Regazzi, specificando che le vittime sono spesso anche minorenni. Per questo è necessario elaborare un approccio globale per la protezione dalle massicce violazioni della personalità e dalla violenza pedocriminale in rete tramite immagini manipolate. Al momento, infatti, la cyberstrategia nazionale non tratta né il problema delle immagini manipolate, che sta diventando un fenomeno di massa, né la cyberpedocriminalità.
Il ministro di giustizia e polizia, Beat Jans, ha tentato invano di convincere il plenum che la Svizzera dispone già degli strumenti necessari per contrastare questo fenomeno, come dimostrano i successi investigativi recenti, possibili anche grazie alla cooperazione internazionale. Per questo, ha detto, non è necessaria una strategia nazionale, anche perché la lotta al fenomeno passa in primis dai Cantoni.
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