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Stati: “L’iniziativa sul servizio civico va bocciata”

Il consigliere federale Martin Pfister
Il consigliere federale Martin Pfister Keystone-SDA

Troppo costosa, pessima per l'economia e pericolosa per la difesa del Paese. È quanto pensa il Consiglio degli Stati dell'iniziativa popolare per un servizio civico, bocciata mercoledì in aula per 34 voti a 9.

L’esito del dibattito non era particolarmente incerto. A marzo, già il Nazionale aveva respinto sonoramente il testo e pure dalla discussione in sede di commissione (dove era tra l’altro stata scartata la possibilità di presentare un controprogetto) erano emersi numeri che lasciavano poco spazio a uno scenario diverso da un no. Sostegno è giunto solo da qualche “senatore” centrista, di sinistra e del PLR.

L’iniziativa “Per una Svizzera che si impegna” (Iniziativa Servizio civico), questa la sua esatta denominazione, è stata presentata nell’ottobre 2023 da un comitato interpartitico. Secondo quanto prevede, le persone di cittadinanza svizzera dovrebbero prestare un “servizio a beneficio della collettività e dell’ambiente”, che sia sotto forma di servizio militare o di un altro equivalente riconosciuto dalla legge.

In nome dell’uguaglianza di genere, la Svizzera passerebbe così da un obbligo di servizio esclusivamente militare e maschile a un impegno di milizia generalizzato. Tuttavia, gli effettivi destinati all’esercito e alla protezione civile dovrebbero essere garantiti. La tassa d’esenzione, l’indennità per perdita di guadagno e le altre disposizioni esistenti rimarrebbero invariate. L’impiego di stranieri sarebbe regolato per legge.

L’esercito ha la priorità

Stando alla maggioranza del plenum, in futuro l’obiettivo centrale dell’obbligo di prestare servizio deve rimanere quello di garantire l’apporto di personale a favore della sicurezza – esercito e protezione civile – e non quello di obbligare i cittadini a prodigarsi in nome della collettività e dell’ambiente.

“La preoccupazione deve essere che l’esercito abbia abbastanza persone, mentre l’iniziativa permette una libera scelta riguardo al modo in cui impegnarsi”, ha riassunto Josef Dittli (PLR, destra). Non bisogna dimenticare che la priorità va data alle forze armate, lo ha supportato Werner Salzmann (UDC, destra conservatrice).

Contrario anche il Governo

Vi è inoltre il fatto che, in caso di accettazione del testo, si sottrarrebbe al mercato molti lavoratori. “Ciò graverebbe in misura enorme sull’economia”, ha detto Andrea Gmür-Schönenberger (Centro), sintetizzando quanto emerso all’interno della commissione preparatoria.

Un’argomentazione sollevata anche dal governo, che, pur applaudendo gli obiettivi degli iniziativisti ad esempio in materia di promozione della responsabilità individuale e collettiva o per la difesa dell’ambiente, raccomandava la bocciatura. “Ogni anno il numero delle persone reclutate per prestare servizio raddoppierebbe: non vi è un bisogno da parte della società in questo senso”, ha dichiarato il consigliere federale Martin Pfister, che oggi tra l’altro indossava ai panni della “matricola”, essendo al suo esordio alla Camera dei cantoni.

Gmür-Schönenberger ha inoltre evidenziato gli elevati costi finanziari in svariati ambiti che si andrebbero a generare. Infine, la “senatrice” lucernese ha fatto notare il rischio di “svalutare il volontariato”.

Favorire la coesione sociale

Una minoranza a favore dell’iniziativa ha tentato invano di far attecchire le proprie ragioni. Per Charles Juillard (Centro), “il sentimento di appartenenza sta scemando e la società è sempre più divisa”. L’iniziativa aiuterebbe invece la coesione, obbligando i giovani a uscire dalla propria bolla. “In molti presterebbero servizio militare, ne sono convinto”, ha affermato il giurassiano.

Considerate le minacce multidimensionali, il concetto di sicurezza verrebbe ampliato. Pur ammettendo che “non si tratta di un progetto perfetto”, ha proseguito Juillard, “rafforzerebbe il principio costituzionale stando al quale ognuno deve contribuire secondo le proprie possibilità ai compiti dello Stato”. “Vedo l’iniziativa come un’opportunità di rendere partecipi tutti e di fortificare la resilienza di questo Paese”, lo ha appoggiato Johanna Gapany (PLR).

Riguardo al tema del servizio femminile, Daniel Jositsch (PS, sinistra) ha messo in luce come le donne abbiano ormai la stessa importanza nella difesa che gli uomini, citando in tal proposito l’esempio “di successo e collaborazione” dell’esercito israeliano. “Ovviamente si tratta di una situazione totalmente diversa, ma il punto è che il sostegno della popolazione è maggiore quando entrambi i sessi sono coinvolti”. Una motivazione che però ha fatto pochi proseliti.

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