Crollano le vendite delle pompe di calore: “È scoppiata una bolla”
Dopo il grande successo incontrato durante la crisi energetica, le termopompe non attirano più così tanti acquirenti come all'inizio.
Le vendite di pompe di calore sono in forte calo in Svizzera: le installazioni, essenziali per la decarbonizzazione del parco immobiliare, non attirano più come durante il periodo della crisi energetica. C’è stata una bolla ed è scoppiata, dice un addetto ai lavori, come riferisce lunedì il quotidiano Le Temps.
Nel primo semestre dell’anno sono state comprate 14’000 pompe di calore, il 35% in meno dello stesso periodo dell’anno scorso, stando a dati dell’Associazione professionale svizzera delle pompe di calore (APP) citati dal quotidiano. Nel resto del continente la flessione è ancora più spettacolare: 765’000 termopompe sono state vendute nei 13 principali Paesi europei, secondo l’European Heat Pump Association (EPHA): poco più della metà degli 1,4 milioni installate tra gennaio e giugno dello scorso anno.
Come spiegare questi crolli? “C’è stata una bolla”, risponde Philippe Ranc, responsabile del comparto francofono di APP, citato dal foglio ginevrino. “Dopo la guerra in Ucraina e con l’aumento dei prezzi del gas, la gente si è spaventata e si è precipitata ad acquistare pompe di calore, anche se la caldaia a gas non aveva ancora 10 anni”.
“La bolla è scoppiata e oggi siamo tornati a una certa razionalità, senza dubbio verso una crescita un po’ più tranquilla”, prosegue l’esperto. In Svizzera le vendite hanno iniziato a rallentare nel quarto trimestre del 2023. Hanno avuto un ruolo anche l’inflazione e il fatto che in precedenza le persone confinate durante la pandemia avevano delle riserve. “Per i produttori, che avevano investito, il colpo è duro”, commenta lo specialista. “Per gli installatori invece una situazione meno tesa non è necessariamente sgradevole dopo un anno pazzesco, il 2022”.
Stando ai dati dell’Ufficio federale di statistica (UST) nel 2023 il 21% dei riscaldamenti in Svizzera operava con termopompa, dato che scende al 18% in Ticino, a fronte del 37% di impianti a nafta (39% in Ticino), 17% a gas (7%), 12% a legno (12%), 8% a elettricità (20%) e 4% calore a distanza (1%).
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