Perdite miliardarie per gli ospedali svizzeri
Quest'anno gli ospedali e le cliniche svizzere subiranno perdite comprese tra 1,7 e 2,9 miliardi di franchi per la crisi provocata dal coronavirus. La causa? La sospensione per quasi due mesi dei trattamenti meno urgenti e l'assunzione di personale supplementare.
A pubblicare le previsioni del danno economico è stata H+, l’associazione ombrello degli ospedali svizzeri. Nel comunicatoCollegamento esterno diramato venerdì, l’organizzazione precisa che sino a fine aprile le perdite ammontavano “a circa 1,5-1,8 miliardi di franchi” e che entro la fine dell’anno il danno potrà aumentare di un ulteriore miliardo.
Secondo la proiezione elaborata dall’associazione Spitalbenchmark, la maggior parte del mancato guadagno è dovuta alla sospensione di tutti gli interventi non prioritari ordinata dal Governo svizzero il 13 marzo scorso e ripresi solo il 27 aprile. L’assunzione di personale supplementare per far fronte alla pandemia ha da parte sua generato costi supplementari per una cifra compresa tra 300 e 500 milioni di franchi. A incidere sulle spese sono state anche le misure igieniche accresciute.
Per H+ questi danni economici devono ora essere compensati dallo Stato federale, dai Cantoni e dalle compagnie assicurative. “È ora di smetterla di giocare allo scaricabarile sulla ripartizione dei costi”, ha dichiarato la presidente dell’associazione Anne-Geneviève Bütikofer, citata nel comunicato. H+ chiede al Governo di indire con urgenza un vertice a livello nazionale sulla sanità, che riunisca tutti gli attori importanti.
Il servizio del TG:
Chi pagherà?
Per il presidente della Conferenza latina degli affari sanitari e sociali, il ministro della sanità di Neuchâtel Laurent Kurth, la Confederazione ha un ruolo da svolgere nella risoluzione del problema, poiché la perdita di entrate è stata provocata da un suo intervento. Anche le compagnie assicurative non possono chiamarsi fuori, poiché “non hanno pagato delle prestazioni per le quali hanno riscosso i premi”.
Le casse malattia non la vedono nello stesso modo. Curafutura – una delle due associazioni ombrello degli assicuratori – sottolinea che le compagnie sono autorizzate a finanziare solo i servizi forniti e che non esiste base legale per una partecipazione a questi maggiori costi degli ospedali. A intervenire devono essere invece Confederazione e Cantoni, precisa il portavoce di Curafutura Adrien Kay. L’associazione si dice però disposta a negoziare degli adeguamenti delle tariffe con i fornitori di prestazioni.
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