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Aiuti miliardari per l’aviazione svizzera

Parte anteriore della fusoliera di un aereo Swiss parcheggiata davanti a un moderno terminal di aeroporto.
Di 91 aerei Swiss, la maggior parte è a terra a causa della pandemia. Tre Boeing come questo sono invece utilizzati per i trasporto di materiale sanitario. Keystone / Ennio Leanza

Le compagnie Swiss, Edelweiss e altre aziende svizzere del settore aeronautico attive negli aeroporti nazionali riceveranno aiuti dalla Confederazione per complessivi 1,9 miliardi di franchi. Lo ha deciso mercoledì il Consiglio federale (governo), che osserva come l'aviazione sia un'infrastruttura critica per l'economia della Svizzera.
 

Le aziende del settore sono in crisi di liquidità a causa dell’epidemia di Covid-19, che ha praticamente paralizzato il traffico aereo. Aiutarle a superare le difficoltà è nell’interesse del Paese: un’interruzione prolungata dei collegamenti internazionali si tradurrebbe in perdite economiche sostanziali.

Da qui il sostegno finanziario mediante crediti d’impegno, che sarà concesso solo se sussistono sufficienti garanzie. L’ente pubblico interviene solo in via sussidiaria.

Come noto, il governo esige inoltre la certezza che gli aiuti federali non finiscano alla società madre Lufthansa. A essere preservati dovranno essere i posti di lavoro in Svizzera e nei prossimi tre anni la compagnia elvetica dovrà tornare a operare nella sua dimensione pre-crisi.

Aerei riconvertiti

Intanto, martedì, la compagnia ha annunciato un’estensione dell’offerta per il trasporto merci della sua filiale Swiss WorldCargo. L’aumento delle capacità è stato ottenuto grazie alla conversione di tre Boeing 777 finora usati per il trasporto di passeggeri. È allo studio la possibilità di sfruttare meglio le cabine togliendo i posti a sedere, ciò che presupporrebbe lo smontaggio di oltre 800 sedili all’aeroporto di Zurigo.
 

Interno di una cabina passeggeri di aereo, con pacchi sistemati sui posti a sedere e nelle cappelliere
Per ora si fa così. Ma in tre dei dodici Boeing 777 della compagnia, i sedili potrebbero presto essere smontati. Di tali aerei si sfrutta ovviamente anche la stiva. Keystone / Ennio Leanza

La pandemia pesa anche sui bilanci dei costruttori. Nel primo trimestre 2020, Airbus ha registrato una perdita netta di 481 milioni di euro, secondo quanto reso noto martedì dalla stessa società, contro i 40 milioni di utile dello stesso periodo 2019. Il fatturato è calato su base annua del 15%, a 10,5 miliardi di euro. Nel trimestre in esame, Airbus ha consegnato 40 velivoli in meno rispetto al 2019.

Mentre annunciaCollegamento esterno la proroga fino al 31 maggio dell’orario minimo (trasporto passeggeri), Swiss rende noto che da fine marzo ha effettuato oltre 80 voli cargo e trasportato più di 1’300 tonnellate di merci tra l’Asia e la Svizzera, in particolare farmaci e forniture mediche.

Su mandato della Croce Rossa svizzera (CRS), ha effettuato ad esempio sette voli da Shanghai a Zurigo importando dalla Cina grandi quantità di mascherine (oltre 20 milioni), guanti e tute di protezione (300’000). I dispositivi di protezione sono destinati principalmente alla Confederazione, che li distribuirà alle strutture sanitarie e alla popolazione.
 

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Entro la fine di maggio, Swiss prevede di effettuare oltre 100 altri voli merci su richiesta di imprese e istituzioni private e pubbliche. Sarà inoltre proposta una nuova rete di voli cargo con nuove destinazioni.

Nel frattempo, l’offerta per i passeggeri resterà ridotta al minimo fino al 31 maggio e non soltanto al 17, una proroga in linea con quanto fatto da Lufthansa. Dallo scorso 23 marzo, Swiss impiega appena sei velivoli di cui cinque a corto raggio (da Zurigo e Ginevra verso città europee) e uno per le lunghe ditanze (verso New York). Complessivamente, il vettore gestisce 28 voli la settimana.

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