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Più università svizzere truffate dagli hacker

Entrata di un edificio con colonne e mosaici decorativi, porte scorrevoli nelle quali si specchia un parco
Parte degli stipendi dell'Università di Basilea sarebbe ormai su conti esteri. Keystone / Georgios Kefalas

Pirati informatici non identificati hanno attaccato nelle scorse settimane diverse università e scuole universitarie professionali svizzere, riuscendo a dirottare il versamento dei salari. Non è stata resa nota la somma di denaro sottratta -si tratterebbe centinaia di migliaia di franchi- né un elenco degli atenei colpiti.

La notizia, divulgata inizialmente dal giornale domenicale SonntagsZeitung, è stata poi confermata all’agenzia Keystone-ATS  dalla Conferenza dei rettori delle scuole universitarie (Swissuniversities), la cui segretaria generale Martina Weiss si è limitata a dire che gli istituti colpiti sono più di uno e che un’e-mail di avvertimento è stata inviata a tutti i membri dell’organizzazione.

Dettaglio di una schermata di computer (programma di gestione di posta elettronica)
La tecnologia aiuta, ma anche il personale deve essere formato a riconoscere le frodi. RSI-SWI

Secondo la SonntagsZeitung, le università entrate nel mirino degli hacker sono almeno tre, fra le quali Basilea e Zurigo. I pirati informatici avrebbero usato dati d’accesso ottenuti attraverso il cosiddetto phishing, un tipo di truffa nella quale i criminali si fingono un ente affidabile, in modo da raggirare le vittime.

Danno a sei zeri

Stando alla procura basilese, citata dal giornale svizzero-tedesco, grazie ai dati personali rubati gli hacker sono entrati direttamente nel sistema degli istituti e hanno modificato i conti dei beneficiari per il pagamento di stipendi. Il montante così dirottato sarebbe a sei cifre. Per il pubblico ministero, parte dei soldi si trova ormai su conti esteri.

L’Università di Zurigo, invece, è apparentemente stata in grado di sventare la minaccia. Suoi impiegati hanno infatti riconosciuto il tentativo di phishing e non sono caduti nella truffa.

In realtà, riferisce Il Quotidiano della Radiotelevisione svizzera, i tentativi di accedere illegalmente ai dati protetti degli atenei sono all’ordine del giorno. Parola dei responsabili del servizio informatico dell’Università della Svizzera italiana (USI) e della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI), che in questo servizio riassumono le caratteristiche tipiche dei messaggi di phishing.

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tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (Quotidiano del 05.10.2020)

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