Situazione ancora tesa, ma i contagi potrebbero rallentare
Il numero di casi di coronavirus continua ad aumentare notevolmente in Svizzera: i casi positivi sono oltre 6'100, i morti 56. Malgrado ciò non tutti si attengono alle raccomandazioni delle autorità. Gli esperti della Confederazione sperano tuttavia in un miglioramento: se tutti seguiranno le disposizioni la curva epidemica potrebbe presto rallentare.
“Mi aspetto che tra circa una settimana l’incremento non sarà più così forte”, ha detto Daniel Koch capo della divisione Malattia trasmissibili dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), in una conferenza stampa a Berna. Affinché ciò avvenga – ha detto – l’intera popolazione deve dar prova di responsabilità.
Koch ha poi rinnovato il suo appello agli anziani, dichiarando di non aver nulla contro persone che passeggiano con un deambulatore in una giornata di sole, il problema è quando queste stesse persone vanno nei centro commerciali a fare la spesa.
Tutti devono cercare di non contagiare nessuno e di non essere contagiati”. Ciò vale in particolare per le persone a rischio che devono essere aiutate in modo che non si mettano in pericolo, ha detto Koch.
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Secondo le informazioni fornite da Koch, attualmente in Svizzera ci sono oltre 6’100 casi positivi e 56 morti. Le cifre sono destinate ad aumentare nei prossimi giorni, e solo successivamente potrebbero appiattirsi, ma a condizione che la popolazione si attenga alle regole.
La situazione in Ticino è tesa e il resto del paese deve essere solidale con il cantone italofono. In Italia la situazione è drammatica. Nella Penisola ci sono già oltre 4000 morti, sono moltissimi, anche in relazione al numero di malati, ha detto Koch. “Faremo tutto il possibile per evitare in Svizzera un tasso di mortalità così elevato”.
Cantieri chiusi in Ticino
Per anziani e persone a rischio in Ticino vi è un “esplicito divieto di recarsi personalmente a effettuare acquisti”, possono uscire solo per recarsi dal medico o al lavoro in alcuni casi.
Per la spesa devono farsi aiutare da parenti o usufruire dei servizi comunali per la consegna a domicilio.
Possono uscire solo per motivi medici, per “improrogabili motivi di lavoro nell’ambito di un’attività autorizzata e per svolgere attività motoria rispettando le norme igieniche accresciute e di distanza sociale”. Inoltre possono utilizzare i trasporti pubblici solo per necessità mediche o professionali.
Contrariamente a quanto deciso a livello federale, in Ticino le attività nei cantieri devono cessare immediatamente, “fatti salvo i lavori necessari per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro”. Lo Stato maggiore cantonale di condotta (SMCC) può concedere deroghe nel caso in cui esista un’evidente urgenza o preminente interesse pubblico, precisa il Consiglio di Stato.
Situazione alle frontiere
L’Amministrazione federale delle dogane (AFD) da parte sua trae un bilancio provvisorio positivo dal nuovo regime adottato ai confini per contrastare il coronavirus. Ciononostante, i controlli verranno intensificati tra l’altro con elicotteri supplementari. Lo ha detto il direttore dell’AFD Christian Bock durante la conferenza stampa tenuta oggi a Berna.
La situazione alle frontiere si è distesa dall’entrata in vigore delle nuove restrizioni: il traffico privato è in calo del 77%. Le persone danno prova di una grande comprensione di fronte al rafforzamento dei controlli, in particolare i frontalieri, ha detto Bock. Il traffico delle merci funziona normalmente, ma – ha aggiunto – ci sono sempre più autisti di camion che si rifiutano di effettuare trasporti in quanto temono di essere posti in quarantena da qualche parte.
Le persone utilizzano ampiamente i punti di passaggio prioritari aperti. Stamane il numero di persone a cui le guardie di frontiera hanno rifiutato l’entrata ha raggiunto quota 16’000 persone, 5000 in più rispetto a due giorni fa.
Personale dell’esercito richiesto
Il personale dell’esercito che è ora in servizio deve prepararsi a restarvi più a lungo, ha annunciato il brigadiere Raynald Droz. “Abbiamo bisogno di loro in questa crisi”. Un’estensione del servizio è inevitabile, ha detto.
Nei ranghi dell’esercito ci sono attualmente 45 casi confermati, ha detto il brigadiere. I casi sospetti sono 424 e 651 membri dell’esercito sono in quarantena. Finora, circa 3’000 membri dell’esercito sono stati chiamati per il servizio di assistenza, e circa 12’000 sono già attivi.
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