Contagi dimezzati in due settimane in Svizzera
Il numero di infezioni da coronavirus, ancorché alto, si sta stabilizzando in Svizzera, gli ospedali hanno ancora abbastanza letti per cure intense e il contact tracing ha ricominciato a funzionare. È quanto hanno affermato martedì gli esperti Covid della Confederazione durante il consueto appuntamento con i media, ai quali hanno precisato che è praticamente impossibile che si cominci a vaccinare prima di gennaio.
Sarebbe già positivo se si potesse iniziare a immunizzare la popolazione nella prima parte del 2021, ha chiarito Virginie Masserey, responsabile della sezione malattie trasmissibili dell’Ufficio federale della sanité pubblica (UFSP).
Su questo punto, ha aggiunto, non si vuole illudere nessuno. L’autorità svizzera di omologazione e controllo dei medicamenti Swissmedic sta esaminando i vaccini sulla base di una procedura accelerata, ma non è prevista alcuna autorizzazione urgente.
Un’ondata più lunga
In merito alla situazione pandemica, la seconda ondata si sta rivelando più elevata e prolungata della prima, ha affermato Masserey. Nondimeno, il tasso di decessi di 12 morti per 100’000 abitanti è paragonabile a quanto sta accadendo in Francia, Italia o Spagna.
La situazione rimane tesa negli ospedali -dove però ci sono ancora 260 letti in cure intense disponibili in caso di recrudescenza- e nelle case di riposo per anziani, dove il personale è chiamato a rispettare alla lettera le prescrizioni igieniche.
Masserey e Rudolf Hauri, presidente dell’associazione dei medici cantonali, hanno rinnovato l’appello a farsi testare dal medico o in farmacia all’apparizione dei primi sintomi: solo così si possono ridurre ulteriormente le nuove infezioni da coronavirus. Grazie alla diminuzione di nuovi casi, il contact tracing ha ricominciato a funzionare, ha dichiarato Hauri.
Va da sé che continua ad essere importante seguire le regole di protezione specie nei momenti nei quali si tende ad abbassare la soglia d’attenzione, come la pausa pranzo. È qui che molti contraggono il virus.
Dicembre-gennaio decisivi
Per Martin Ackermann, presidente della Task Force scientifica nazionale Covid-19, l’andamento della pandemia dimostra che siamo riusciti a dimezzare il numero di contagi nelle ultime due settimane, con un tasso di riproduzione sceso allo 0,78. A spiccare per la rapidità della diminuzione di questo fattore è soprattutto la Svizzera francese.
Visto che il coronavirus si diffonde con maggior facilità negli ambienti chiusi, i prossimi due mesi saranno decisivi, ha concluso l’esperto. Non è quindi il caso di allentare le misure protettive in vigore.
Nel servizio RSI, le spiegazioni di Ackermann nel dettaglio.
tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 24.11.2020)
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