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Campania, Sardegna e Veneto nella lista svizzera delle zone a rischio

Cartello in piazza
L'aggiornamento della lista coincide con il lancio di una rinnovata campagna di prevenzione. Keystone / Anthony Anex

Altre tre regioni italiane vanno ad aggiungersi alla Liguria nella lista delle zone a rischio coronavirus dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP): si tratta della Campania, della Sardegna e del Veneto.

Chi entra in Svizzera e, in uno dei dieci giorni precedenti, si è recato in una delle regioni indicate dall’UFSPCollegamento esterno deve obbligatoriamente effettuare una quarantena di dieci giorni e annunciarsi presso l’autorità cantonale del luogo dove risiede (domicilio, albergo, casa di vacanza) entro 48 ore dall’arrivo. Il cantone effettua dei controlli casuali e chi non rispetta queste disposizioni rischia una multa fino a 10’000 franchi.

L’elenco, aggiornato venerdì e valido da lunedì, comprende per la prima volta anche due Länder tedeschi.
D’ora in avanti sono infatti considerati a rischio per la loro situazione epidemiologica legata al Covid-19 il Land di Berlino e quello di Amburgo. Nulla è cambiato per quanto riguarda le regioni francesi, che rimangono 18.

Per quel che concerne l’Austria invece, il provvedimento tocca adesso pure il Land di Salisburgo e quello del Burgenland, nell’est del Paese. Figuravano già sulla lista Alta Austria, Bassa Austria e l’area di Vienna.

Inoltre, l’elenco dell’UFSP comprende ora altre sette ulteriori nazioni, per un totale di 61, ovvero Russia, Slovacchia, Georgia, Canada, Iran, Giordania e Tunisia. L’incidenza della malattia è invece scesa in Bolivia, Suriname, Trinidad e Tobago, Repubblica Dominicana e Namibia: questi cinque Paesi sono pertanto stati stralciati.

Nuova campagna

L’aggiornamento della lista coincide con il lancio di una nuova campagna di prevenzione per contrastare la propagazione dell’epidemia di Covid-19 in Svizzera.

Le raccomandazioni non cambiano, ma il colore arancione utilizzato deve mettere in guardia la popolazione sulla pericolosa tendenza al rialzo delle nuove contaminazioni. A dimostrarlo le cifre comunicate venerdì: in Svizzera nelle ultime 24 ore si registrano 1’487 nuovi casi , tre morti e 23 ricoveri.

Il numero dei casi aumenta, così come il tasso di positività e l’età media delle persone contagiate. Questa evoluzione ci preoccupa, ha dichiarato oggi in una conferenza stampa a Berna la nuova direttrice dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), Anne Lévy, entrata in carica il primo ottobre.

La nuova campagna, che incomincerà sotto forma di manifesti nello spazio pubblico e messaggi sui social network, ribadisce i consigli finora impartiti: distanza sociale di 1,5 metri, igiene delle mani, mascherina quando la distanza non può essere mantenuta e scaricamento della app Swiss Covid.

“Siamo ben preparati per affrontare i prossimi mesi”, ha aggiunto Lévy. “La competenza spetta ai Cantoni, mentre la Confederazione lavora in stretto contatto con le autorità cantonali”.

Il servizio del Telegiornale:

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Svizzera interessata a sviluppo 10 vaccini

I progressi nella ricerca e in vista dell’ottenimento di un nuovo vaccino contro il coronavirus sono “incoraggianti”, stando all’UFSP. La Svizzera è interessata allo sviluppo di una decina di vaccini.

“Stiamo lavorando duramente per ottenere un vaccino”, ha dichiarato ai media a responsabile della divisione internazionale dell’UFSP, Nora Kronig, secondo la quale gli sforzi in tal senso erano già cominciati in primavera. L’obiettivo della Svizzera è di contribuire allo sviluppo rapido di un vaccino a cui la Confederazione abbia accesso.

Va ricordato che Berna ha inoltrato un ordine al laboratorio zurighese Molecular Partners per il suo trattamento contro il nuovo coronavirus. Ha firmato un contratto simile su un vaccino che sta sviluppando Moderna.

L’UFSP prosegue diverse strategie nell’acquisto di vaccini, ha aggiunto Kronig. Le acquisizioni dirette presso privati, i contatti stretti con l’UE e i Paesi vicini nonché un impegno forte a livello multilaterale.

Non ci sarà vaccinazione obbligatoria

Stando a Virginie Masserey, che presso l’UFSP si occupa del controllo della malattie infettive, chiarimenti hanno avuto luogo sullo stoccaggio e l’importazione dei vaccini.

Secondo Masserey, non ci sarà invece una vaccinazione obbligatoria per tutti. “Ciascuno deve decidere autonomamente se vuole essere vaccinato o no”.

I cantoni sono responsabili della messa in atto di strutture per le vaccinazioni. Nei prossimi mesi verrà elaborato uno scenario nazionale riguardante i vaccini assieme alle autorità cantonali.

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