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Controlli carenti, BSI indagata da Berna

La banca ticinese al centro di un'inchiesta internazionale su presunti casi di riciclaggio e corruzione legati a un fondo sovrano malese

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La BSI, ex Banca della Svizzera Italiana appartenuta in un recente passato anche al Gruppo Generali, è al centro di un’inchiesta penale per violazione delle norme contro il riciclaggio condotta a livello federale che ha portato alle dimissioni dell’ad Stefano Coduri.

Le indagini condotte dal Ministero pubblico della Confederazione si concentrano su presunti episodi di corruzione legati a un fondo sovrano malese (One Mdb). Gli inquirenti sospettano che alti esponenti politici dello Stato asiatico si siano serviti dell’One Mdb per dirottare somme su conti privati, tra cui alcuni presso la BSI.

In questo senso la Procura federale ritiene che la banca ticinese abbia evidenziato gravi carenze nell’organizzazione interna, in particolare sul piano della vigilanza e della prevenzione, nonostante le segnalazioni giunte dalla FINMA, sulle operazioni condotte da personaggi che si sono poi tradotte in casi di corruzione di funzionari pubblici e riciclaggio di denaro.

Procedono intanto le trattative che stanno portando all’acquisizione della BSI da parte della società zurighese EFG International dalla brasiliana BTG Pactual, su cui la FINMA ha dato oggi il suo via libera.

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André Marty, portavoce della Procura federale

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