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La disobbedienza degli esercenti

Un esercente del canton Svitto che contro il divieto ha aperto il suo bar.
Keystone / Urs Flueeler

Nonostante il divieto, oltre 300 esercenti, soprattutto nella Svizzera tedesca, lunedì hanno aperto i battenti per protestare contro le misure adottate dalle autorità per frenare la diffusione del coronavirus.

L’azione è promossa dal gruppo Wir machen auf (apriamo), nato in Germania, che agisce in forma anonima.

Stando al sito wirmachenauf.chCollegamento esterno, che pubblica un sondaggio, in tutto le piccole e medie imprese aperte per l’insieme del paese sono 310, di vari settori, dalle palestre di fitness (30) a commerci legati all’automobile (12) passando per la ristorazione, che è il ramo più rappresentato: 76 ristoranti, 25 caffè e 24 bar. L’azione ha dunque avuto un seguito modesto.

L’associazione elvetica del settore della ristorazione, GastroSuisse, venerdì si era ufficialmente distanziata dall’operazione. In un comunicato aveva sottolineato che i provvedimenti decisi da Confederazione e Cantoni andavano rispettati.

Sempre lunedì, il presidente di GastroSuisse, Casimir Platzer, ha dichiarato che personalmente ha “una certa comprensione” per chi protesta. Ha anche espresso l’auspicio che il Consiglio federale mercoledì presenti una buona soluzione.

Lo scorso 6 gennaio il governo ha avviato una consultazione, proponendo il prolungamento della chiusura di bar e ristoranti fino a fine febbraio. La decisione definitiva sarà presentata appunto tra due giorni.

Le aziende che hanno aperto i battenti sono ad esempio 27 a Berna, 25 a Zurigo, 19 ad Aarau, tredici a Basilea, cinque a Ginevra, due a Losanna. Se confrontata ai grandi centri svizzero tedeschi, l’adesione nei Grigioni è elevata: dieci a Coira, cinque a Davos. Quasi nessun seguito invece in Ticino con due imprese aperte a Bellinzona e una a Lugano.

Puntuali controlli di polizia

Nel Canton Berna la polizia si è recata presso singoli esercenti ricordando le misure in vigore. Chi si rifiutasse di rispettarle rischia una denuncia o la chiusura forzata delle attività. I controlli hanno riguardato aziende scoperte illegalmente aperte durante le normali attività di pattugliamento o quelle per cui le forze dell’ordine hanno ricevuto una segnalazione. Il portavoce non ha voluto indicare quanti siano stati gli esercenti passati in rassegna.

L’iniziativa Wir machen auf dalla Germania si è sparsa in Europa, con sostenitori in Polonia, Paesi Bassi, Austria e Svizzera. Si tratta di un gruppo che agisce in forma anonima, comunicando con gli esercenti tramite siti web e il servizio di messaggi brevi Telegram.

Il servizio del telegiornale:

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tvsvizzera.it/fra con RSI


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