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Sostegno elvetico all’aviazione saudita, Pilatus nella bufera

Il costruttore elvetico Pilatus fornisce supporto logistico alle forze armate saudite in violazione del previsto obbligo di notifica a Berna.

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La notizia, anticipata dai media svizzeri, è stata confermata dal Dipartimento federale degli esteri che ha avviato delle indagini per verificare se la società nidvaldese abbia violato la legge federale sulle prestazioni di sicurezza private fornite all’estero (LPSP).

Oggetto dell’indagine amministrativa sarebbe il contratto stipulato l’anno scorso con le autorità di Riad per la manutenzione della flotta di apparecchi PC-21 in dotazione all’aviazione militare saudita per un periodo di 5 anni.

Il sostegno logistico fornito alle forze militari saudite da parte di un’impresa svizzera suscita numerosi interrogativi, non solo per il caso Khashoggi, il giornalista inviso alla monarchia wahabita ucciso il 2 ottobre nell’ambasciata saudita di Istanbul. Riad è infatti coinvolta nella guerra civile che insanguina lo Yemen sin dal 2015.

Nello Stato meridionale della Penisola araba il governo, riconosciuto internazionalmente, è sostenuto da una coalizione guidata dall’Arabia Saudita che bombarda regolarmente le postazioni dei ribelli huti. Ma si tratta di attacchi che non risparmiano la popolazione civile, come testimonia il fatto che sono almeno 28’000 i civili uccisi finora nel conflitto.

Per le Nazioni Unite la guerra nello Yemen rappresenta la maggiore catastrofe umanitaria a livello planetario. Un motivo sufficiente, secondo molti, per evitare qualsiasi coinvolgimento, anche indiretto, delle aziende elvetiche in quel sanguinoso teatro militare.

Da parte sua l’azienda nidvaldese ha fatto sapere che non intende commentare la notizia, precisando che prenderà posizione a tempo debito sulle “false” affermazioni del Tages Anzeiger.

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