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Continua il momento negativo dell’industria tecnologica svizzera

Stefan Brupbacher, direttore di Swissmem
Il direttore di Swissmem Stefan Brupbacher. Keystone-SDA

La situazione dell'industria tecnologica svizzera rimane tesa. Il calo delle vendite è proseguito nel terzo trimestre e gli indicatori più importanti non lasciano presagire una ripresa imminente, indica mercoledì l'associazione di categoria Swissmem.

Nel periodo in rassegna, il fatturato del ramo, che comprende l’industria metalmeccanica ed elettrica e i settori tecnologici correlati, è sceso del 2,4% su base annua. Globalmente, la diminuzione dei ricavi su nove mesi è ora al 4,2%, si legge in un comunicatoCollegamento esterno.

Nel terzo trimestre le commesse sono aumentate del 6,7% rispetto a dodici mesi prima. Tuttavia, spiega Swissmem, quella che a prima vista potrebbe sembrare un’inversione di tendenza è in realtà solo un “effetto base”, in quanto lo stesso periodo del 2023 è stato particolarmente povero. Infatti, su nove mesi le commesse hanno registrato una piccola flessione (-0,3%).

Le esportazioni di beni dell’industria tecnologica sono dal canto loro calate del -2,5%, tasso che diventa del -3,6%, raggiungendo i 50,8 miliardi di franchi, se si prende in considerazione l’insieme del 2024. La Germania, il principale mercato, è particolare fonte di preoccupazione, a causa del suo -8,4% da gennaio.

Anche l’export verso l’Italia (-7,2%), l’Austria (-5,0%) e la Francia (-1,1%) è sceso. Al contrario, è cresciuto quello in direzione di Stati Uniti (+3,1%) e Asia (+0,6%). Molto dinamico il mercato indiano, con una progressione dell’11,0% da inizio anno e un’accelerazione del 22,4% nel terzo trimestre.

La difficile situazione rischia di ripercuotersi anche sull’occupazione. Finora solo poche aziende hanno tagliato impieghi perché vogliono mantenere la loro manodopera qualificata, ha dichiarato, citato nella nota, il direttore di Swissmem Stefan Brupbacher. “Tuttavia, temo che ora ci sarà un aumento del lavoro a orario ridotto e dei licenziamenti”, ha aggiunto.

Per quel che concerne l’anno prossimo, nel migliore dei casi ci si può aspettare una stabilizzazione. Se però dovesse scoppiare una guerra commerciale tra Stati Uniti, Cina e Unione europea, ciò trascinerebbe ulteriormente verso il baratro l’industria tecnologica svizzera.

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