I contadini svizzeri tornano a chiedere redditi più dignitosi
Keystone-SDA
Gli agricoltori svizzeri iniziano il nuovo anno con preoccupazione. Oggi hanno ribadito le rivendicazioni da loro espresse negli ultimi mesi: salari migliori e meno burocrazia.
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“I redditi ristagnano e il divario tra le famiglie contadine e il resto della popolazione si allarga”, hanno denunciato l’Unione svizzera dei contadini (USC), l’Unione svizzera delle donne contadine e rurali (USDCR) e la commissione dei giovani contadini in una conferenza stampa tenutasi a Kirchberg, nel canton Berna.
Gli agricoltori lavorano tra le 60 e le 66 ore settimanali per un salario inferiore ai 5’000 franchi al mese, hanno spiegato. In questo contesto, la previdenza viene spesso trascurata. Il direttore dell’USC Martin Rufer ha sottolineato che questo alto livello di pressione economica ha un impatto sulla salute mentale dei contadini, ricordando il tasso di depressione e suicidio superiore alla media nel settore.
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Le organizzazioni di categoria chiedono al Consiglio federale di “assumersi le proprie responsabilità”, garantendo agli agricoltori un reddito adeguato e riducendo gli oneri amministrativi.
Chiedono inoltre agli attori coinvolti di garantire che il reddito generato dai prodotti agricoli copra i costi di produzione. I prezzi sono troppo bassi, soprattutto per quanto riguarda la produzione vegetale, che è soggetta a fluttuazioni dovute ai cambiamenti climatici.
L’USC si è detta contraria all’iniziativa per la responsabilità ambientale su cui il popolo svizzero voterà il 9 febbraio. “L’iniziativa stravolgerebbe l’agricoltura svizzera in termini ecologici, ma non farebbe nulla per cambiare i consumi. Le lacune verrebbero colmate dalle importazioni”, afferma Markus Ritter, presidente dell’USC.
Nel 2024 la situazione è stata particolarmente tesa nel mondo agricolo, che si è mobilitato in tutta Europa e in Svizzera. All’inizio dell’anno, degli agricoltori avevano manifestato con i loro trattori nelle strade di Ginevra.
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