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Pandemia, avanti con le aperture ma con moderazione

Turiste cinesi nei pressi del Castello di Chillon sul Lemano.
Turiste cinesi nei pressi del Castello di Chillon sul Lemano lo scorso 29 gennaio. Keystone / Jean-christophe Bott

Mascherine protettive e sostegno mirato alle start-up, che sono il fulcro della vitalità economica e dell'innovazione in Svizzera.

Sono i due ambiti su cui si sta concentrando il governo federale che ha anche concesso al Ticino di prorogare di una settimana, fino al 3 maggio, il regime restrittivo in alcuni settori economici in considerazione della problematica situazione epidemiologica a sud delle Alpi.​​​​​​​

Il nodo mascherine

Da lunedì prossimo quindi, quando scatterà il primo allentamento del lockdown, Berna non imporrà l’uso generalizzato delle mascherine dal momento che, ha ribadito ancora una volta il consigliere federale Alain Berset, le misure più efficaci contro il coronavirus restano il distanziamento sociale e le prescrizioni igieniche emanate dall’Ufficio federale di sanità pubblica (UFSP).

Il piano delle riaperture in alcuni settori imprenditoriali, è stato sottolineato, potrà prevedere l’uso di questo presidio sanitario. In vista poi della ripresa generalizzata del commercio il prossimo 11 maggio la Confederazione distribuirà dalla prossima settimana un milione di mascherine al giorno.

Le persone sane, ha precisato Daniel Koch (UFSP), non hanno comunque bisogno di indossarle in luoghi pubblici poiché possono creare problemi in caso di impiego non corretto da parte di non professionisti. Sulla questione il servizio del TG:

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Restano invece le restrizioni per i supermercati riguardo ai prodotti non essenziali (non alimentari). Questo per non creare disparità con il resto dei negozi che apriranno solo l’11 di maggio.

Caso Ticino

L’eccezione Ticino potrà proseguire per sette giorni. Giardinieri, fioristi, fisioterapisti, studi medici e dentistici, parrucchieri e centri estetici lunedì riprenderanno regolarmente la loro attività ma saranno aperti solo i cantieri con un massimo di 15 lavoratori e le imprese con non più del 60% dei dipendenti.

Per Berna le deroghe temporanee, autorizzate per l’ultima volta, riguardano solo alcuni specifici rami e permettono al cantone italofono di allinearsi a quanto avverrà il 4 maggio al di là della frontiera.    

Dopo le piccole e medie imprese (Pmi) anche le start-up godranno del sostegno di Berna: 100 milioni di crediti saranno garantiti dalla Confederazione con specifiche fideiussioni, che andranno ad aggiungersi a quelle decise dai singoli cantoni.

Per il direttore del Dipartimento federale delle finanze Ueli Maurer le start-up innovative rappresentano “un importante fattore di successo per l’economia svizzera, anzi in questo settore siamo tra i leader mondiali e intendiamo rimanerlo”.

Il commento da Berna di Simona Cereghetti:

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